Rinunciare alla sbrigativa soluzione delle fiamme e deciderne la consegna ai posteri mediante il deposito tra i testi di Mongitore e di Gregorio che tanto gli eran stati cari sembravano altrettanti segni rivelatori della grande cura che Amari sempre riservò al manoscritto abbandonato incompiuto: in parte l’interesse nasceva dal convincimento che quelle parole fossero il riflesso di una riconosciuta vicenda personale, in parte quei lontani fogli riassumevano un universo politico-ideologico nel quale Amari aveva sinceramente e per lungo tempo creduto, in parte era ugualmente vero che il distacco da quel mondo avesse generato nel suo autore il convincimento che l’opera fosse politicamente improponibile nell’Italia seguita al 1861, ma disponesse anche, quale testimonianza storica di una Sicilia irrimediabilmente trascorsa, di un innegabile valore documentario che non poteva e non doveva essere cancellato… Le pagine che Amelia Crisantino sottrae alla necropoli della Regionale di Palermo, dove per errore, rispetto alle disposizioni testamentarie, la figlia di Amari provvide nel 1920 a depositarle costituiscono una affascinante occasione per ripensare l’Ottocento politico isolano: nella persona di Michele Amari, nella sua presa di distanze dal sicilianismo, nella sua conclamata scelta italiana, è la pretesa di rappresentarsi quale un homo novus della politica e della cultura nazionali, ma è al tempo stesso l’orgogliosa rivendicazione di una trasformazione che in Sicilia soltanto affondava le radici e che sempre e solo nell’isola, grazie alla rivoluzione del 1848, avrebbe d’improvviso trovato espressione. Tutto questo, seppur a contrario, le pagine degli Studii, meritoriamente restituite alla nostra attenzione da Amelia Crisantino, sembrano suggerire: e indicare il quadro di riferimento ideologico che una intera generazione, pur sulle prime condividendolo, avrebbe d’improvviso poi rifiutato per correre all’elaborazione di un altro progetto politico-culturale al fondo del quale rimaneva una forte identità siciliana, che doveva non di meno fondare su altro e più fermo proposito rispetto alla nostalgia per un glorioso passato istituzionale (dall’Introduzione di Antonino De Francesco).
Michele Amari
n. 15, Studii su la storia di Sicilia dalla metà del XVIII secolo al 1820, a cura di Amelia Crisantino
2006. - Palermo, - Associazione no profit Mediterranea - Accademia naz. Scienze Lettere e Arti Palermo,
ISSN: 1828-1818 (collana)
ISBN online: 978-88-9661-04-8