Questo libro non costituisce una dilettevole lettura, ma era necessario che qualcuno lo scrivesse e lo pubblicasse. Dobbiamo dunque essere grati ad Orazio Cancila ed alla Unione delle Camere di Commercio.
Il Cancila ha dedicato a Trapani le indagini di molti anni, delle quali ha dato conto in vari articoli: in questo volume ci dà un quadro dell’economia trapanese dalla estrema fine del ‘500 al ‘700, sfiorando il XIX secolo.
In certo modo ci presenta gli antefatti della Trapani ottocentesca che del resto conosciamo poco. Materiale arido, è vero: ma tutto diventa arido quando è espresso in cifre e in tabelle; eppure queste sono necessarie quando vogliamo misurare i fenomeni del passato. Tutto sommato, si tratta di ricerche quantitative, i cui risultati sono validi anche se in molti casi quei numeri danno ordini di grandezza, poiché non sappiamo fino a qual punto la raccolta dei dati sia completa per difetto delle fonti.
I capitoli sulle saline, sulle tonnare, diventano fonti delle quali non si potrà fare a meno in seguito; il paragrafo sul potere d’acquisto dei salari – benché limitato nel tempo – porta un soffio di umanità. Rimane senza risposta una domanda che costituisce la problematica, vorrei dire segreta, del libro: fino a qual punto la vita economica trapanese ricostruita con tanta fatica è anche la vita economica di altre città siciliane o per quali elementi ne differisce?