Nicola Cusumano

«Esterminare dalle botteghe de’ Librai i libri». Circolazione libraria e censura borbonica in Sicilia nel ‘700

Sommario
In Sicilia nel XVIII secolo si assiste all’innalzamento della soglia di attenzione rivolta ai libri stampati nel regno e a quelli di importazione. Il controllo censorio è ora saldamente nelle mani del governo borbonico, soprattutto dopo l’abolizione dell’Inquisizione e negli anni cruciali della repressione antigiacobina. L’attenzione censoria è rivolta ai libri dei feudisti ostili alla corona e favorevoli alle prerogative baronali, più che alla produzione filosofica e libertina d’oltralpe. In un panorama contraddistinto dalla progressiva ed esorbitante presenza della censura e dell’ampliamento delle sue prerogative, che confluiscono man mano entro l’alveo delle competenze della polizia, è da rilevare la circostanza che il profilo normativo elaborato nel 1799 diviene cogente nelle fasi insurrezionali del nuovo secolo, quando si deciderà di adottarlo nelle stesse modalità attuative.

Abstract
In Sicily in the XVIII century there was an increase in the level of attention dedicated to books printed in the Kingdom and imported works. Censorship control was now firmly in the hands of the Bourbon government, especially after the abolition of the Inquisition and in the pivotal years of anti-Jacobin repression. The censors focused more on books by feudists that were hostile to the crown and in favour of baronial privileges than on the French output of philosophical and libertine works. In a context distinguished by the progressive excessive presence of censorship and the expansion of its prerogatives, which gradually merged into the field of police jurisdiction, the normative profile developed in 1799 became binding during phases of insurrection in the nineteenth century, when it was decided to adopt it with the same procedures of implementation.

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