Nello scenario della Palermo barocca, nel 1661 fu eretto un monumento marmoreo dedicato a Filippo IV per celebrarne l’universale potenza. Il Nuovo Theatro, come fu definito nella sua descrizione iconografica da Francesco Angelo Strada, fu concepito per disegnare uno spazio scenico, in cui palcoscenico era il mondo, che si offriva al pubblico degli spettatori e alla città intera come meraviglioso spettacolo e insieme testimonianza ed esaltazione della grandezza del sovrano e della fede cattolica. Esso rappresentava infatti allegoricamente i quattro continenti, espressione della totalità del mondo geograficamente allora conosciuto, ma al tempo stesso dell’universalità della monarchia spagnola, che trovava in Filippo IV la sua sintesi. Guardano verso il sovrano – posto all’apice del monumento – quattro statue di re, ormai schiavi, inginocchiati e in catene: si tratta di valorosi combattenti che nei diversi continenti si erano distinti per la loro resistenza alla monarchia spagnola, ma ormai sconfitti e piegati dall’egemonia del sovrano spagnolo. Testo e immagine costruiscono un percorso narrativo in cui mito e storia si confondono e i luoghi appaiono spazi geografici senza confini, conosciuti in modo indiretto e mediato attraverso il filtro dell’immaginazione e della tradizione culturale e religiosa, soprattutto di matrice gesuitica, che tra Cinque e Seicento andava elaborando miti e credenze.
Rossella Cancila