Fino agli anni Settanta il monachesimo femminile era considerato un campo quasi inesplorato, «un’appendice nel contesto della storia monastica». Il dibattito sul ruolo ecclesiologico delle donne, laiche e religiose, suscitato dalla nuova temperie culturale seguita al Concilio Vaticano II, ha modificato la considerazione e il peso attribuiti ai monasteri femminili dell’Italia medievale e avviato nuovi studi e riflessioni. La storiografia italiana è stata fortemente condizionata da quella internazionale, da Grundmann a Leclercq, senza dimenticare la storiografia femminista statunitense che ha posto l’accento sulle valenze politiche, economiche e sociali del monachesimo come strumento di affermazione della donna, aprendo nuove linee di ricerca, ma suscitando critiche per l’approccio eccessivamente schematico e ideologizzante. Di certo, la storia dei monasteri femminili costituisce ormai «un settore di ricerca autonomo» e va esaminata in stretto rapporto con il territorio in cui essi ricadevano per evidenziarne le peculiarità e le differenze regionali. (dall’introduzione di Patrizia Sardina)
Patrizia Sardina
n. 29, Il monastero di Santa Caterina e la città di Palermo (secoli XIV e XV)
2016. - Palermo, - Associazione no profit Mediterranea,
ISBN: 978-88-99487-15-7 ISSN: 1828-1818
ISBN online: 978-88-99487-17-1