In una storia moderna della Sicilia policentrica, Trapani non ha ancora, specie per il Sei-Settecento, il posto di riguardo che gli spetta. Ora, dopo Trasselli e Cancila, Benigno riprende ─ sulla base di fondi preziosi della locale Secrezia ─ l’intero problema di Trapani, della sua economia, del suo porto; e dà in questo lavoro rigoroso un contributo originale di conoscenza e d’interpretazione. La ricostruzione, con le sue pendolarità e le sue rotture, consente di cogliere la singolarità della vicenda trapanese: in un Mediterraneo campo di guerra guerreggiata tra antagonisti europei vieppiù potenti e protervi e di egemonia e non solo mercantile, Trapani non blocca in un equilibrio statico il rapporto tra la città e lo Hinterland rurale.
Aperto rimane il problema dei rapporti fra Trapani e Palermo (chiara è invece la supplenza di Trapani dopo il “naufragio” politico-economico di Messina), che non è solo la capitale della Sicilia ma tende a ribadire pretese di egemonia territoriale sull’area in cui e Trapani e Marsala si costituivano con differenti avvii sbocchi “naturali”. È tema di uno o più capitoli avvenire di questa moderna storia della Sicilia, che si vien costruendo – attraverso apporti come questo – fuori da generici vagheggiamenti in risposta ad una domanda insieme rigorosa e urgente.
(Dalla presentazione di Giuseppe Giarrizzo)
Francesco Benigno
Il porto di Trapani nel Settecento. Rotte, traffici, esportazioni (1674-1800)
1982. - Trapani,