Sul finire del ‘500 inventori ed uomini di affari cominciarono a richiedere al viceré di Sicilia la concessione di privative, ossia delle vere e proprie registrazioni di brevetti, per l’utilizzazione di nuovi procedimenti tecnologici, di macchine, di tecniche di produzione. Una novità concentrata dalla vigilia di Lepanto alla vigilia della Guerra dei Trent’anni.
L’elenco di brevetti e privative, sottoposte all’attenzione del Governo della Sicilia, ha il duplice valore storico di avviamento verso un rinnovamento tecnologico che avrebbe potuto costituire un primo passo in direzione dell’industria e indizio di una situazione psicologica: vi era anche in Sicilia qualche ambiente, qualche ceto che aspettava novità e i contemporanei lo sapevano e correvano ad offrire le proprie invenzioni od i procedimenti che avevano appreso altrove e che credevano di potere applicare anche in Sicilia.
Adelaide Baviera Albanese
In Sicilia nel sec. XVI: verso una rivoluzione industriale?
1974. - Caltanissetta - Roma, - Salvatore Sciascia Editore,