Le corporazioni napoletane, a partire già dagli anni ottanta dell’Ottocento, quando ancora vivo e politicamente significativo era il ricordo della loro soppressione, sono state oggetto di un vivace dibattito storiografico che, fondato essenzialmente sull’analisi delle fonti statutarie, ha cercato di ricostruire la storia e la fisionomia di singole Arti, alla ricerca delle “peculiarità” dell’ordinamento corporativo sviluppatosi nella Capitale partenopea nel corso dell’età moderna e dei suoi “caratteri originali” rispetto al modello prevalente nell’Italia comunale. Raccolti nella loro successione cronologica, collazionati nell’eventuale discordanza delle redazioni disponibili, distinti secondo le differenti corporazioni, gli Statuti delle Arti sono stati minuziosamente esaminati da storici e giuristi, con esiti relativamente esaurienti per ciò che attiene all’individuazione dei vincoli interni ed esterni delle corporazioni in qualità di soggetti giuridici, ma scarsamente soddisfacenti nell’ottica di un orizzonte d’indagine più ampio, che si prefigga di considerare l’ordinamento corporativo nel suo complesso e di guardare alle Arti come ad elementi significativi della vita economica, politica e sociale. (dall’introduzione di Alessandra Mastrodonato).
Alessandra Mastrodonato
n. 28, La norma inefficace. Le corporazioni napoletane tra teoria e prassi nei secoli dell’età moderna
2016. - Palermo, - Associazione no profit Mediterranea,
ISBN: 978-88-99487-12-6
ISBN online: 978-88-99487-13-3 ISSN online: 978-88-99487-02-7