Giuseppe Galasso tratteggia in questi due volumi la storia di Napoli nell’età moderna nel quadro storico dell’Europa delle capitali di cui essa fu indubbiamente un caso esempare. Una storia che segue linee e fili ricostruttivi e interpretativi ben definiti collegati ad un preciso arco temporale. Galasso, infatti, afferma che nel “dare inizio al racconto di una fase della storia moderna di Napoli dal momento in cui ebbero temine i moti iniziati con a capo Masaniello e rimasti legati al suo nome (benché egli morisse dopo i primi giorni di una rivolta che durò all’incirca nove mesi) non ha bisogno di giustificazioni. Quella rivolta e il nome Masaniello ebbero notorietà europea come pochi altri momenti e figure della storia napoletana; e la notorietà non era, in quel caso, conseguenza di una fama estemporanea ed eccessiva, bensì il risultato della percezione chiara e giustificata, da parte della opinione pubblica internazionale, che Napoli e il Regno avevano attraversato, in quei nove mesi, un momento cruciale della loto storia. Né ha bisogno di giustificazioni la data del 1707, assunta come termine finale dei racconto, poiché anche allora si ebbe un evento memorabile nella storia napoletana, se si pensa che la Spagna aveva avuto un suo sovrano re di Napoli già alla metà del secolo XV e che, dopo il lungo periodo dal 1503 al 1707, i due paesi non si trovarono mai più sotto lo stesso sovrano. in compenso, se facili sono problemi di periodizzazione, complessi e spesso ardui sono i problemi che, da più punti di vista, pone la ricostruzjone storica degli ultimi sessanta anni di presenza sovrana della Spagna a Napoli”.
Del testo si consente la lettura, ma non la riproduzione, dato che esso nel 2005 è stato nuovamente pubblicato dalle “Edizioni di Storia e Letteratura” (via delle Fornaci, 24 – 00165 Roma, Tel. 0639670307) presso cui è reperibile.