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Facilitare gli affari. La piazza di Rialto e il ruolo del governo attorno al 1669   573


                    di istituzioni diffuse in tutto il Mediterraneo, i fondaci , e ricordava
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                    quello delle logge, gallerie aperte su uno o più lati, molto diffuse . Nel
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                    mondo commerciale italiano alla parola ‘borsa’ si continuò a preferire
                    il corrispettivo ‘piazza’, anche per le strutture dislocate all’estero: come
                    ‘piazza’ ad esempio viene descritta da Giovan Domenico Peri la borsa
                    di Anversa («quella gran Piazza, che Borsa communemente si chiama»),
                    edificata «a commodo de Mercanti» . D’altra parte, la capacità di far
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                    circolare  le  informazioni,  e  anche  la  velocità  di  risposta  ai  cambia-
                    menti,  erano  ragionevolmente  simili  nelle  piazze  e  nelle  borse:  en-
                    trambe erano in grado di costruire un’«architettura fiduciaria» («archi-
                    tecture of trust») per rendere più fluide ed efficienti le contrattazioni e
                    ridurre il divario di informazioni disponibili tra le parti (in genere a
                    discapito di una parte sull’altra) con la frequentazione ripetuta e la
                    prossimità di tutti i servizi necessari . Dal punto di vista tecnico e
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                       19  Il fondaco univa diverse funzioni – magazzino, ufficio doganale, mercato – in grado
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                    si erano diffuse strutture espositive semi-permanenti e coperte per la vendita di beni di
                    lusso, chiamate panden (D. Ewing, Marketing art in Antwerp, 1460-1560. Our Lady’s
                    Pand, «The art bulletin», 72 [1990], pp. 558-584).
                       20  La loggia era destinata agli incontri della nobiltà urbana e dei banchieri; era in
                    genere discostata dagli spazi del mercato e dal traffico passante. D. Calabi, Le banche,
                    le borse e le vie del denaro, in D. Calabi e E. Svalduz (a cura di), Il Rinascimento italiano
                    e l’Europa, vol. 6, Luoghi, spazi, architetture, Fondazione Cassamarca – Colla, Vicenza,
                    2010, pp. 89-106 (pp. 93-94). Nell’incendio del gennaio 1514 si era salvata la loggia ai
                    piedi del ponte di Rialto, ben visibile nell’incisione di Jacopo de Barbari, «dove li Consoli
                    [dei Mercanti] senta de estate», M. Sanudo, I diarii di Marino Sanuto, a cura di F. Stefani,
                    G. Berchet, N. Barozzi, Federico Visentini Editore, Venezia, 1886, vol. XVII, col. 461. La
                    loggia verrà demolita durante i lavori di ricostruzione del ponte in pietra.
                       21  «[P]er la sua vastezza, come per lo gran numero delle Botteghe, e per l’ornamento
                    delle galerie, sarebbe sola atta a stancar la merauiglia, se fosse fuori d’Anuersa oue ogni
                    cosa è ammiranda», G.D. Peri, Il Negotiante, Gio. Giacomo Hertz, Venezia, 1672, seconda
                    parte, p. 140. Il fiorentino Lodovico Guicciardini, che spese gran parte della propria vita
                    ad Anversa, ai lettori italiani descriveva la nuova Borsa della città fiamminga come una
                    piazza che può essere isolata dal traffico e chiusa la notte: delle ventidue piazze cittadine
                    «la piu bella [è] quella de mercatanti, che si chiama la nuoua Borsa, veramente bella in
                    tanto, che per raddotto di mercatanti, non ha pari in tutta l’Europa, & o [sic] franca da
                    carri, da caualli, & da ogn’altro impaccio con le sue loggie bellissime, serrate intorno
                    con quattro gran’ porte: sopra delle quali loggie, per il medesimo spatio, sono grandis-
                    sime stanze coperte, a vso di Landroni [androni], da ogni banda piene di botteghe, che
                    tutte  insieme  si  chiamano  il  Panto  [pand]  delle  dipinture,  percioche  quiui  principal-
                    mente dipinture d’ogni sorte si vendono». Guicciardini aggiungeva come la definizione
                    di ‘borsa’ si fosse rapidamente diffusa e venisse applicata «a certe piazze, & loggie mer-
                    cantili, ordinate freneticamente al modo di qua, per raddotto de mercatanti», di nuovo
                    assimilando per i lettori italiani le strutture abituali di piazze e logge al nome di Borsa
                    che prendeva piede fuori dai confini. Lodovico Guicciardini, Descrittione di M. Lodouico
                    Guicciardini patritio fiorentino di tutti i Paesi Bassi, altrimenti detti Germania inferiore,
                    appresso Guglielmo Siluio, Anversa, 1567, p. 67.
                       22  R. Cowherd, Spices, spies, and speculation. Trust and control in the early Batavia-
                    Amsterdam system, in P. Haughey (ed.), A history of Architecture and Trade, Routledge,
                    London-New York, 2018, pp. 44-61, p. 50; C. Lesger, The Rise of the Amsterdam Market
                    and Information Exchange. Merchants, Commercial Expansion and Change in the Spatial
                    Economy of the Low Countries, c. 1550-1630, Ashgate, Aldershot, 2006, pp. 16-17.


                                               Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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