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La nazione impossibile. Antiquaria e preromanità nella politica culturale delle due Sicilie 481
quale proprio grazie al Rinascimento il primato culturale della nazione
avrebbe trovato piena espressione e informato la modernità di Europa
tutta, oppure gli anni medievali, dove, a nord come a sud, nei comuni di
Lombardia come nella rivolta di popolo del Vespro palermitano, la libertà
avrebbe definito il profilo politico di una nazione costretta sì a subire il
giogo delle preponderanze straniere, ma sempre indomita nella ricerca
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dell’indipendenza . Non di meno, l’antichità pre-romana, ossia il mito di
una terra che sin dalle origini sarebbe stata abitata da fiere popolazioni
autoctone – quali i Sanniti, gli Etruschi, gli Osci, i Siculi e i Liguri – tutte
animate da un incontenibile amor di libertà, giocò a sua volta un ruolo
di rilievo negli anni di formazione del movimento nazionale.
Cuoco e Micali hanno così rappresentato un sicuro punto di riferi-
mento per la cultura risorgimentale, anche se il loro accostamento –
pur qualche volta tentato – suona per più versi improprio: Cuoco era
un rivoluzionario, un uomo che aveva costruito la propria identità poli-
tica e culturale in stretta assonanza con l’accelerazione che il 1789
aveva impresso all’universo politico di tardo Settecento; Micali, pur
attraversando a sua volta gli anni rivoluzionari e napoleonici, aveva
guardato con gran sospetto alla temperie del nuovo ordine e ancora
lungo tutti gli anni della Restaurazione avrebbe simboleggiato la figura
dell’erudito i cui riferimenti ideologici restavano saldamente piantati
sul terreno di un Settecento non solo ostile alla deriva rivoluzionaria,
ma pure largamente insensibile al discorso dei Lumi. Per questo
motivo, la loro visione della nazionalità era diversissima e pressoché
contrapposta: Cuoco si avventurava a fantasticare di un popolo etrusco
che avrebbe civilizzato il Mediterraneo tutto, addirittura progenitore di
quei greci poi giunti sulle coste d’Italia, che con la propria antichissima
presenza confermava l’esistenza da sempre nella penisola di una sola
nazione, divenuta politicamente italiana grazie a Bonaparte e che, pur
sotto la stretta sorveglianza napoleonica, muoveva comunque, agli inizi
dell’Ottocento, i propri primi, ma sicuri passi. Micali la buttava invece
sul terreno propriamente culturale, per indicare come quello soltanto
fosse il legame tra i popoli della penisola, i quali – con l’eccezione dei
greci a sud e dei galli a nord – eran tutti autoctoni, ma non per questo
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uguali, anzi tutti tra sé diversi .
Questo diverso approcccio alla nazionalità – una per Cuoco, plurale
per Micali – avrebbe fatto sì che nel corso dell’Ottocento la fortuna delle
3 Il riferimento d’obbligo è a A.M. Banti, La nazione del Risorgimento. Parentela, san-
tità e onore alle origini dell’Italia unita, Einaudi, Torino, 2000, che ha avviato una ricca
stagione di studi sull’Ottocento culturale italiano.
4 Sul punto ho in particolare insistito nel mio The Antiquity of the Italian Nation,
Oxford University Press, Oxford, 2013.
n.41 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)