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           Sono invece indicati nell’elenco e riconosciuti come conti Manfredi
           Chiaromonte, Enrico Rosso, Guglielmo Raimondo Moncada e Ruggero
           de Passaneto.
              Indicati anche questa volta come “Aragona”, solo a metà elenco, tro-
           viamo molto probabilmente altri due Alagona. Sono Giovannuccio, un
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           figlio di Blasco , e Artale, che potrebbe essere un fratello del conte .
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           Se non si può comunque escludere che Giovanni fosse un discendente,
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           forse illegittimo e finora sconosciuto, della famiglia reale , la stessa
           ipotesi sembra davvero improbabile per Artale. Non meraviglia troppo
           che, come Blasco, anche un figlio e un fratello, personaggi la cui esi-
           stenza non è ipotetica, ma documentata, siano indicati come degli Ara-
           gona, un errore e una confusione tra Alagona ed Aragona ricorrente
           nelle fonti del sec. XIV, che non siano siculo-catalane.
              Il magister marescallie Francesco Valguarnera è preceduto dal vice-
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           marescalco , Raimondo de Villaragut , il quale si trova in tredice-
           sima  posizione,  ma  cosa  più  singolare  non  è  indicato  col  proprio
           nome, ma con l’appellativo evidentemente ingiurioso di Maloguarne-
                                                                             38
           rio, che sembra corrispondere alla sua fama negativa e corroborarla .



              33  Il conte Blasco d’Alagona ricorda il figlio Giovanni nel codicillo testamentario
           (1355). A. Giuffrida, Il cartulario della famiglia Alagona di Sicilia, Ila Palma, Palermo 1978,
           doc. 28, pp. 47-49.
              34  Miles, nobilis, dominus. Cittadino di Messina. Forse fratello del conte Blasco. Acqui-
           stò il casale pheudale di Racalmeni (1337). Morì prima del febbraio 1343. A. Giuffrida,
           Il cartulario della famiglia Alagona di Sicilia cit., doc. 3, pp. 26 s.; A. Marrone, Repertorio
           della feudalità siciliana (1282-1390) cit., p. 522.
              35 . H. Bresc, Una stagione in Sicilia: Nompar de Caumont a Isnello (1420), in Id., Una
           stagione in Sicilia cit., II, p. 270, ricorda che gli Aragona di Avola discendevano da
           Orlando, figlio illegittimo di Federico III e che nel 1420 era signore di quella terra Pietro
           d’Aragona, figlio legittimato di Giovanni d’Aragona.
              36  Id., Le gouvernement de l’étranger: aristocrates et marchands ‘experts’ à la cour de
           Sicile (1296-1355) cit., p. 193, ha notato come «la réalité de l’exercice de l’autorité sur
           les troupes à cheval» fosse passata «au vice-maréchal, le Catalan Raymon de Vilaragut
           en 1337».
              37  Regio familiare. Stratigoto di Messina (1331-1332). Regio giustiziere di Palermo
           (1334). Abitante di Licata, vicemaresciallo, parteciperà nel 1342 col duca Giovanni alla
           repressione della rivolta di Messina. Nel 1345, domiciliato ad Eraclea, sarà tenuto a con-
           tribuire all’adoa per 5 cavalli armati. I. Peri, La Sicilia dopo il Vespro. Uomini, città e cam-
           pagne, 1282-1376 cit., p. 152; A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390)
           cit., p. 455.
              38  Dominus, cittadino di Palermo. Signore di Vicari (1338). Si sarebbe falsamente
           attribuito il merito dell’uccisione del ribelle conte di Geraci Francesco Ventimiglia.
           Fu accusato dinanzi alla Magna Curia per l’uccisione a tradimento a Messina di
           Andreotto de Ioffo. Fu castellano a Palermo del palazzo reale e si rifiuterà di conse-
           gnare un prigioniero maiorchino per trasferirlo nel castellammare (1341-42). Nel
           1342 combatterà col duca Giovanni a Messina contro i Palizzi. Nell’adoa del 1345



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018       n.43
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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