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226 Salvatore Fodale
Sono invece indicati nell’elenco e riconosciuti come conti Manfredi
Chiaromonte, Enrico Rosso, Guglielmo Raimondo Moncada e Ruggero
de Passaneto.
Indicati anche questa volta come “Aragona”, solo a metà elenco, tro-
viamo molto probabilmente altri due Alagona. Sono Giovannuccio, un
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figlio di Blasco , e Artale, che potrebbe essere un fratello del conte .
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Se non si può comunque escludere che Giovanni fosse un discendente,
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forse illegittimo e finora sconosciuto, della famiglia reale , la stessa
ipotesi sembra davvero improbabile per Artale. Non meraviglia troppo
che, come Blasco, anche un figlio e un fratello, personaggi la cui esi-
stenza non è ipotetica, ma documentata, siano indicati come degli Ara-
gona, un errore e una confusione tra Alagona ed Aragona ricorrente
nelle fonti del sec. XIV, che non siano siculo-catalane.
Il magister marescallie Francesco Valguarnera è preceduto dal vice-
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marescalco , Raimondo de Villaragut , il quale si trova in tredice-
sima posizione, ma cosa più singolare non è indicato col proprio
nome, ma con l’appellativo evidentemente ingiurioso di Maloguarne-
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rio, che sembra corrispondere alla sua fama negativa e corroborarla .
33 Il conte Blasco d’Alagona ricorda il figlio Giovanni nel codicillo testamentario
(1355). A. Giuffrida, Il cartulario della famiglia Alagona di Sicilia, Ila Palma, Palermo 1978,
doc. 28, pp. 47-49.
34 Miles, nobilis, dominus. Cittadino di Messina. Forse fratello del conte Blasco. Acqui-
stò il casale pheudale di Racalmeni (1337). Morì prima del febbraio 1343. A. Giuffrida,
Il cartulario della famiglia Alagona di Sicilia cit., doc. 3, pp. 26 s.; A. Marrone, Repertorio
della feudalità siciliana (1282-1390) cit., p. 522.
35 . H. Bresc, Una stagione in Sicilia: Nompar de Caumont a Isnello (1420), in Id., Una
stagione in Sicilia cit., II, p. 270, ricorda che gli Aragona di Avola discendevano da
Orlando, figlio illegittimo di Federico III e che nel 1420 era signore di quella terra Pietro
d’Aragona, figlio legittimato di Giovanni d’Aragona.
36 Id., Le gouvernement de l’étranger: aristocrates et marchands ‘experts’ à la cour de
Sicile (1296-1355) cit., p. 193, ha notato come «la réalité de l’exercice de l’autorité sur
les troupes à cheval» fosse passata «au vice-maréchal, le Catalan Raymon de Vilaragut
en 1337».
37 Regio familiare. Stratigoto di Messina (1331-1332). Regio giustiziere di Palermo
(1334). Abitante di Licata, vicemaresciallo, parteciperà nel 1342 col duca Giovanni alla
repressione della rivolta di Messina. Nel 1345, domiciliato ad Eraclea, sarà tenuto a con-
tribuire all’adoa per 5 cavalli armati. I. Peri, La Sicilia dopo il Vespro. Uomini, città e cam-
pagne, 1282-1376 cit., p. 152; A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390)
cit., p. 455.
38 Dominus, cittadino di Palermo. Signore di Vicari (1338). Si sarebbe falsamente
attribuito il merito dell’uccisione del ribelle conte di Geraci Francesco Ventimiglia.
Fu accusato dinanzi alla Magna Curia per l’uccisione a tradimento a Messina di
Andreotto de Ioffo. Fu castellano a Palermo del palazzo reale e si rifiuterà di conse-
gnare un prigioniero maiorchino per trasferirlo nel castellammare (1341-42). Nel
1342 combatterà col duca Giovanni a Messina contro i Palizzi. Nell’adoa del 1345
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018 n.43
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)