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Un'isola di scomunicati: Sicilia, 1339 231
Segue, al 28° posto, il maggiordomo o senescalco del palazzo reale, Mar-
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tino de Santo Stefano , accompagnato dal viceammiraglio Andrea de Ioffo,
dal protontino Damiano Salimpipi e da altri quattro consiglieri reali: Fede-
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rico d’Aragona, Bonifacio figlio di Alfonso d’Aragona, Pietro de Medico e
Berardo de Ferro di Marsala . Nelle ultime posizioni, subito dopo fra’ Pie-
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tro, dell’ordine dei frati minori, confessore, forse della regina Elisabetta, il
siniscalco maggiore della regina, Federico, e il suo cancelliere Bartolomeo
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(o Bartolo) de Cultellis e, a chiudere l’elenco degli scomunicati, il confes-
sore del re, fra’ Guglielmo de Aitona, dell’ordine dei predicatori.
Gli altri personaggi elencati è da ritenere che siano scomunicati in
quanto genericamente considerati auxiliatores et valitores del re deposto,
suoi importanti sostenitori nel mantenere l’illegittimo possesso del Regno.
Sono cavalieri e signori feudali, a volte ben noti, altre volte solo parzial-
mente noti, ma alcuni finora ignoti. L’assistenza da loro prestata al re
era consistita essenzialmente nel loro servitium e si era probabilmente
aggravata con i giuramenti a lui fatti. Alcuni di questi domini e milites in
precedenza erano anche stati officiales, o lo saranno in seguito. Va notato
che in qualche caso i nomi anche di questi scomunicati sono accostati o
raggruppati tra loro e che tra di loro vi sono dei facoltosi mercatores, par-
tecipanti alla difesa militare del Regno non con uomini d’arme e azioni
belliche, ma col finanziamento della guerra contro gli angioini.
59 H. Bresc, Le gouvernement de l’étranger: aristocrates et marchands ‘experts’ à la
cour de Sicile (1296-1355) cit., p. 191, nota che «les titres de majordome, de portier majeur,
ou même celui de «scribe des quittances de nos gens» sont à l’évidence le tremplin de car-
rières: Martin de Sancto Stephano, stratigot et majordome en 1338-1339, épouse une
Allemande de la suite de la reine Élisabeth de Carinthie et parente de cette dernière; il
est également le “mentor” du roi, au témoignage de Michele da Piazza, en 1342».
60 Consanguineo del re. Castellano di Patti e Tindari. Nel 1356 reprimerà la sommossa
popolare di Patti. Parteciperà nel 1357 alla battaglia di Aci, castello che poi perse. I. Peri,
La Sicilia dopo il Vespro. Uomini, città e campagne, 1282-1376 cit., pp. 200, 202, 204.
61 Un Pietro de Medico, figlio ed erede di Pietro Catalano, medico agli stipendi di
quell’universitas, e anch’egli medico, sarà nel 1356 notaio degli atti della Curia civile di
Sciacca, della quale insieme col padre avrà in locazione le gabelle, il cui prezzo sarà trat-
tenuto dallo stipendio (1358). I. Scaturro, Storia della città di Sciacca, Gennaro Majo edi-
tore, Napoli 1924-1926 (rist. Edrisi, Palermo, 1983), I, pp. 462, 464.
62 Miles di Marsala, dove abitava. Nel 1338 incaricò il palermitano Filippo de Nicolao
di miniare in oro e a colori omnia capita et ystorias di quattro suoi libri, tra i quali era la
Conquesta Sicilie. Sarà attestato ancora nel gennaio 1340. H. Bresc, Livre et société en
Sicile (1299-1499) cit., doc. 10, p. 118; A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana
(1282-1390) cit., p. 165.
63 Nel 1326 iudex civitatis Cathanie. Baiulo di Catania nel 1329. Giudice ai contratti della
città di Catania nel 1330. C. Ardizzone, I Diplomi esistenti nella Biblioteca comunale ai Bene-
dettini cit.. docc. 197, 208, pp. 115, 119; M.L. Gangemi (a cura di), Il Tabulario del monastero
San Benedetto di Catania (1299-1633), Palermo 1999, docc. 6, 10, pp. 128, 131, 138.
n.43 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)