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644 Pierre Niccolò Sofia
veneziani , ammonta a 2,3 milioni di ducati annui, equivalenti al 25%
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circa del valore di tutte le merci uscite dal porto veneziano in quel
periodo . La metà di questi prodotti è destinata direttamente
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all’estero, ma a questa quota andrebbero probabilmente aggiunti i
flussi di esportazione indiretti, come ad esempio quelli che transitano
attraverso la Terraferma veneziana o la Pianura Padana e si dirigono
in Germania o verso i porti di Genova e Livorno (Figura 1).
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Figura 1 - Destinazione delle Manifatture della Dominante, 1772/73-1789/90.
Fonte: Asve, Vsm, Registri, regg. 13, 18, 23, 29, 35, 41, 47, 52, 57, 63, 67, 72, 76, 80, 85, 90,
95, 100.
10 Si tratta di 173 prodotti fabbricati dalle corporazioni veneziane o da individui che
hanno ricevuto un privilegio di fabbricazione da parte delle autorità veneziane, come
una privativa (monopolio) o l’esenzione di alcuni dazi e imposte. In questo secondo caso,
una parte del processo produttivo può svolgersi sulla Terraferma, W. Panciera, L’econo-
mia: imprenditoria, corporazioni, lavoro cit., p. 520.
11 Asve, Vsm, Registri, regg. 13, 18, 23, 29, 35, 41, 47, 52, 57, 63, 67, 72, 76, 80,
85, 90, 95, 100.
12 In altre parole, per alcune quote di specifici traffici, le città della Terraferma veneta
o della Pianura Padana, registrate come destinazioni, sarebbero in realtà luoghi di tran-
sito. La questione andrebbe chiarita con un esame dettagliato della fonte, ma l’analisi
condotta sul commercio delle perle di vetro mostra come una parte dei flussi ufficial-
mente registrati come diretti a Bologna, siano in realtà destinati a Livorno e, da lì, ai
porti inglesi. Similmente, uno studio in corso sul commercio dello zucchero suggerisce
che parte delle spedizioni verso Bassano, Treviso e Udine proseguissero poi verso il
mondo tedesco. A tal proposito, si veda anche il contributo di Magnus Ressel in questo
dossier.
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)