Page 203 - Rivista58_BR_con_cop
P. 203

Relatione della città di Cefalù e suo territorio                 429


                       La mezza colubrina tirava palle sino a 2 libbre, il falcone da libbre
                    1,1, il falconetto da libbre 0,14.
                       Per curiosità si riporta quanto in proposito ai nomi dei pezzi d’arti-
                    glieria scrisse nel 1621 nel suo L’Artiglieria Pietro Sardi: «Lo Smeriglio,
                    il Falconetto, il Falcone, il Sagro sono uccelli che vivono di rapina e
                    con l’armi loro detti artigli, si procacciano il vitto di altri uccelli più
                    mitie disarmati, prendendogli, e ammazzandogli e da questo è venuto
                    il nome degli Smerigli, Falconetti …. Il serpe in latino si chiama colu-
                    ber, e lo spagnolo lo chiama colubra e noi sappiamo che quando tali
                    serpi sono infiammati s’avventano contro il loro nemico senza che esso
                    accorger se ne possa e evitare il colpo mortale, e da questi pestiferi
                    effetti noi vediamo haver tolto il nome quel genere di artiglieria chia-
                    mata Calubrina, longhissima come serpe e sottile comparata alla lun-
                    ghezza e grossezza dei cannoni moderni».
                       Al termine della tromba era la parte che conteneva la carica di lan-
                    cio che assumeva i nomi più diversi (cannone, gola, coda) di forma
                    cilindrica che poteva essere unita o no alla tromba.
                       Spesso nel corso della descrizione fatta dall’autore del testo ricorre
                    il termine maschio che nel caso delle artiglierie è impiegato per descri-
                    vere oggetti e parti diverse.
                       Maschio o mascolo designava la parte inferiore e minore come gran-
                    dezza della bombarda mentre la superiore era detta tromba. Il maschio
                    era inserito nella tromba a chiuderla una volta inserita nella camera
                    la carica di lancio (quando ciò avveniva nelle armi a retrocarica) La
                    sua giunzione con la tromba costituiva peraltro una via di fuga ai gas
                    della carica così col tempo nel corso del XVI secolo si preferì chiudere
                    la volta con un pezzo di metallo massiccio e procedere al caricamento
                    dei pezzi dalla bocca.
                       Maschio era anche chiamato l’attrezzo, costituente la dotazione di
                    ogni pezzo d’ artiglieria del tempo, per la filettatura del focone
                       Per focone si intende il canaletto che nei pezzi ad avancarica met-
                    teva in comunicazione la camera in fondo alla culatta ove era collocata
                    la polvere da sparo in modo da poter accendere la carica dall’esterno
                    con  l’asta  micciera  o  la  miccia.  Da  semplice  canale  divenne  poi  un
                    grano filettatto che veniva inserito nel foro e che poteva essere sosti-
                    tuito in caso di avaria.












                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   198   199   200   201   202   203   204   205   206   207   208