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Relatione della città di Cefalù e suo territorio 429
La mezza colubrina tirava palle sino a 2 libbre, il falcone da libbre
1,1, il falconetto da libbre 0,14.
Per curiosità si riporta quanto in proposito ai nomi dei pezzi d’arti-
glieria scrisse nel 1621 nel suo L’Artiglieria Pietro Sardi: «Lo Smeriglio,
il Falconetto, il Falcone, il Sagro sono uccelli che vivono di rapina e
con l’armi loro detti artigli, si procacciano il vitto di altri uccelli più
mitie disarmati, prendendogli, e ammazzandogli e da questo è venuto
il nome degli Smerigli, Falconetti …. Il serpe in latino si chiama colu-
ber, e lo spagnolo lo chiama colubra e noi sappiamo che quando tali
serpi sono infiammati s’avventano contro il loro nemico senza che esso
accorger se ne possa e evitare il colpo mortale, e da questi pestiferi
effetti noi vediamo haver tolto il nome quel genere di artiglieria chia-
mata Calubrina, longhissima come serpe e sottile comparata alla lun-
ghezza e grossezza dei cannoni moderni».
Al termine della tromba era la parte che conteneva la carica di lan-
cio che assumeva i nomi più diversi (cannone, gola, coda) di forma
cilindrica che poteva essere unita o no alla tromba.
Spesso nel corso della descrizione fatta dall’autore del testo ricorre
il termine maschio che nel caso delle artiglierie è impiegato per descri-
vere oggetti e parti diverse.
Maschio o mascolo designava la parte inferiore e minore come gran-
dezza della bombarda mentre la superiore era detta tromba. Il maschio
era inserito nella tromba a chiuderla una volta inserita nella camera
la carica di lancio (quando ciò avveniva nelle armi a retrocarica) La
sua giunzione con la tromba costituiva peraltro una via di fuga ai gas
della carica così col tempo nel corso del XVI secolo si preferì chiudere
la volta con un pezzo di metallo massiccio e procedere al caricamento
dei pezzi dalla bocca.
Maschio era anche chiamato l’attrezzo, costituente la dotazione di
ogni pezzo d’ artiglieria del tempo, per la filettatura del focone
Per focone si intende il canaletto che nei pezzi ad avancarica met-
teva in comunicazione la camera in fondo alla culatta ove era collocata
la polvere da sparo in modo da poter accendere la carica dall’esterno
con l’asta micciera o la miccia. Da semplice canale divenne poi un
grano filettatto che veniva inserito nel foro e che poteva essere sosti-
tuito in caso di avaria.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)