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prattutto se eccessiva, è quella fi- vano da padrone nell’economia
scale. E questa “primavera be- marittima locale. E marsigliesi e
duina” del 1864 nasce da una fi- genovesi si gettano sulla Tunisia
scalità esasperata, raddoppiata ad con un’invasione commerciale ed
esempio nel testatico nel 1863: industriale i cui effetti si sentono
imposte che dovevano pagare il fino ad oggi. A Berlino nel 1878 il
lusso di una corte che voleva ri- destino tunisino è segnato. Ormai
valeggiare con Parigi e Vienna e preda di una spartizione incon-
perfino Madrid (anche nei palazzi trollata, l’Impero ottomano deve
e nelle opere d’arte, si pensi solo accettare: all’Inghilterra andrà Ci-
che la stessa parola “Bardo” de- pro, ed in cambio gli inglesi la-
riva da “Prado”), che aveva biso- sciano carta bianca alla Francia
gno di nuovi funzionari per le per la conquista della Tunisia.
nuove giurisdizioni che stava L’ultimo saggio, di Alia Nakhli,
prendendo su di sé; ma che so- si occupa dei luoghi del potere, i
prattutto doveva alimentare un palazzi dei Bey. Vere e proprie corti
esercito sempre più numeroso, e cosmopolite, i palazzi beilicali ospi-
composito. Ed ecco che proprio tano al proprio interno una varietà
quell’esercito soffocherà nel san- straordinaria di nazioni, soprat-
gue – con tanto di violenze carnali tutto francesi, italiani, austriaci,
ripetute, e ogni sorta di altre bar- ma anche georgiani e circassi; in-
barie – i ribelli delle prospere pro- viati, artisti, uomini d’affari, ani-
vincie del Sahel. Tra alti e bassi, mano il Bardo, e il Qsar el-Saïd,
concessioni e amnistie, la rivolta ora che il palazzo di Ahmad Bey, il
si placa, lasciando però la Tunisia Muhammadiyah, è una rovina
sconvolta, e ulteriormente impo- dove “ululano i lupi”. Palazzi dove
verita: non solo, ma per dimo- si concentra una ricchezza senza
strare la corruzione di questi precedenti, frutto di una tassa-
nuovi governi “moderni”, eviden- zione che di fatto, nei suoi eccessi,
temente non molto diversi dai vec- è, a nostro avviso, la ragione della
chi, pre-1837, il pubblico tesoriere mancata indipendenza della Tuni-
Nessim Scemama se ne fugge (col sia, che si sarebbe potuta ben rag-
tesoro, o parte di esso) proprio a giungere se i bey avessero deciso
Parigi, nella corte che faceva da di non imitare ora Parigi, ora la
modello a quella di Tunisi. Vi sa- stessa Istanbul, da cui ancora for-
ranno ancora rivolte, e, sempre malmente dipendevano. Sono corti
più indebolita, sempre più sog- di un rinascimento tardivo e alla
getta, negli anni Settanta, a inge- fine triste, nella sua mancanza di
renze francesi (ma anche, e im- un legame riconosciuto con le ori-
portanti) italiane, la Tunisia, gini del paese, anche prima della
almeno in gran parte, accoglierà conquista ottomana. Palazzi dove
come una liberazione l’invasione abbondano le opere d’arte, ma
e la conquista francese nel 1881, tutte o quasi di importazione, o sul
mentre ormai i siciliani la face- modello straniero, fossero pure le
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)