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Recensioni N.44_9  14/12/18  09:33  Pagina 627






                   Recensioni e schede                                             627


                   dall’esacerbarsi dell’atavico problema  altri lutti ed episodi cruenti si regi-
                   della fame, impegnata a tessere stra-  streranno  nel  Paese  nordafricano
                   tegie  quotidiane  di  sopravvivenza,  durante la durissima lotta per l’in-
                   con  il  dilagare  della  prostituzione,  dipendenza,  che  solca  e  divide  in
                   del mercato nero, di bruschi impo-  contrapposte fazioni il campo degli
                   verimenti,  di  repentini  e  illeciti  ar-  oppressori  e  quello  degli  oppressi.
                   ricchimenti.                        Si pensi all’assassinio, il 28 dicembre
                      La Napoli delle Quattro Giornate,  1956, di Amédée Froger, presidente
                   in  cui  si  erano  saldati  il  dissenso  dei  sindaci  d’Algeria,  decisamente
                   esplicito al fascismo e il ripudio della  avverso a qualsiasi ipotesi di sepa-
                   guerra voluta dal Duce,  che esulta  razione dalla Francia, e alla succes-
                   per  la  liberazione  dalla  «peste  ven-  siva  ratonnade,  la  caccia  all’arabo
                   tennale» in camicia nera, lascia ben  con cui si innesca una guerra “stra-
                   presto il passo alla Napoli afflitta da  bica”: si inquadra un bersaglio per
                   «un’altra peste», desiderosa di gettarsi  destabilizzarne e abbatterne un altro,
                   alle  spalle  la  stagione  dei  dolori  e
                                                       il  governo  di  Parigi,  accusato  di
                   delle privazioni. Una Napoli che non
                                                       essere il maggiore ostacolo dal mi-
                   si sente piegata, ma neppure libera;
                                                       lione di pieds-noirs, che costituiscono
                   che non vuole ascoltare l’eduardiano
                                                       un decimo della popolazione locale.
                   Gennarino, che vuole dimenticare i
                                                       Si pensi ancora al massacro nel vil-
                   solchi approfonditisi al suo interno,
                                                       laggio di Melouza, il 28 maggio 1957,
                   che smarrisce il senso dell’insurre-
                                                       di tutti gli uomini al di sopra dei 15
                   zione di fine settembre ’43, complice
                                                       anni,  per  mano  dei  militanti  del
                   l’azione corruttrice e normalizzatrice
                                                       Fronte di Liberazione Nazionale, per-
                   a un tempo degli Alleati. Complici le
                                                       ché aderenti al MNA, movimento an-
                   connivenze dei ceti dominanti con i
                                                       ch’esso indipendentista ma politica-
                   potenti di turno, nonché gli “arran-
                                                       mente avversario.
                   giamenti” spesso umilianti e illegali
                                                          Mascilli Migliorini, in modo senza
                   del misero popolo dei “bassi”. Si ri-
                                                       dubbio equilibrato, rifugge dal rap-
                   verbera nella Napoli dell’Italia libera
                                                       presentare  in  termini  manichei,  in
                   quel tramonto della centralità euro-
                                                       bianco e nero, lo scontro asperrimo
                   pea che si incrocerà di lì a poco con
                   il processo di decolonizzazione, come  tra colonizzati e colonizzatori, la cui
                   mostra  eloquentemente  il  quarto  e  epopea è stata immortalata dall’in-
                   ultimo momento messo da Mascilli    dimenticabile film di Gillo Pontecorvo,
                   Migliorini sotto le lenti dell’osserva-  La  battaglia  d’Algeri  (1966).  Anzi,
                   zione storica.                      non esita a evidenziarne le lacerazioni
                      Nel riattraversare il conflitto com-  e le contraddizioni, tra cui la più vi-
                   battutosi  in  Algeria  per  otto  anni,  stosa, già denunciata all’epoca sulla
                   tra il 1954 e il 1962, l’intellettuale  rivista di Sartre «Les Temps moder-
                   napoletano  parte  dalla  mezzanotte  nes»:  l’uso  regolare  e  sistematico
                   del 10 agosto 1956, quando un at-   della tortura. È  risaputa la spietata
                   tentato messo a segno da coloro che  azione  repressiva  dispiegata  dalla
                   non  intendono  staccarsi  dalla  ma-  police, dalla gendarmerie e special-
                   drepatria  francese  squassa  rue  de  mente dai paracadutisti del generale
                   Thèbes nella Casbah di Algeri, fronte  Massu,  inflessibile  persecutore  dei
                   principale  di  una  «guerra  mai  di-  combattenti algerini e acerrimo ne-
                   chiarata  e  mai  riconosciuta».  Molti  mico dei politici della capitale.
                   n.44                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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