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462 Maria Antonietta Russo
1. Hospicia, viridaria, tabernae, apothecae:
il patrimonio di Matteo Sclafani a Palermo
Il timore della morte e il desiderio di acquisire crediti celesti attra-
verso i legati pro anima, ma soprattutto i rapporti umani, i matrimoni
delle figlie, la volontà in assenza di un figlio maschio che il nome e le
armi non venissero dimenticate spingevano il conte di Adernò (Adrano)
e signore di Ciminna, Matteo Sclafani, a scrivere quattro volte le sue
volontà . Nella stessa data dell’ultimo testamento, il 6 settembre 1354,
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il conte redigeva anche un codicillo in favore del monastero di Santa
Maria del Bosco di Calatamauro con cui legava ai monaci un virida-
rium a Palermo vicino Porta San Giorgio. La lettura delle ultime vo-
lontà, del codicillo, dei registri notarili dell’Archivio di Stato di Palermo
consente di definire l’ingente patrimonio dello Sclafani: case, giardini,
masserie, taverne, fondaci, magazzini, botteghe e terreni a Palermo,
ma anche a Baida e Misilmeri , cui si aggiungevano terre, feudi e ca-
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stelli per i quali Matteo Sclafani risultava titolare di una delle mag-
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giori rendite feudali dell’isola .
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Nel 1333 tra i beni immobili a Palermo il testatore elencava con
orgoglio l’«hospicium magnum», un magazzino a Porta dei Patitelli «re-
tro logiam Ianuensium», una taverna all’Albergheria «cum apothecis
duabus et domunculis duabus», un viridarium a Porta San Giorgio e
beni burgensatici; nel 1345 faceva riferimento all’«hospicio vocato de
Turri cum turri et viridario» in contrada Castello a mare e ricordava
l’erigenda chiesa con monastero di Santa Chiara; nel 1348 ritornavano
1 6 agosto 1333 (Asp, Moncada, busta 1200, fasc. 39, cc. 27r-63v); 2 aprile
1345 (Bcc, Tabulario, perg. 331); 28 maggio 1348 (Asp, Moncada, busta 1200, fasc.
41, cc. non numerate); 6 settembre 1354 (Asp, Moncada, vol. 2170, cc. 149r-154v).
I testamenti sono editi in M.A. Russo, I testamenti di Matteo Sclafani (1333-1354),
«Mediterranea. Ricerche Storiche», 5 (dicembre 2005), pp. 521-566; cfr. anche
Ead., Matteo Sclafani: paura della morte e desiderio di eternità, «Mediterranea. Ri-
cerche Storiche», 6 (aprile 2006), pp. 39-68.
2 Le proprietà di Baida e Misilmeri sono attestate in due atti del 05-09-1326 e
del 09-07-1327 con i quali il procuratore dello Sclafani, Francesco de Arenis, lo-
cava alcuni terreni a Baida e assumeva dei salariati per lavorare le terre del miles
a Misilmeri. Cfr. B. Pasciuta, I notai di Palermo nel XIV secolo. Uno studio prosopo-
grafico, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 1995, n. 37, p. 107.
3 Le terre e i castelli di Adernò, Ciminna e Sclafani; i tenimenti di terra di Cen-
torbi (Centuripe) e di Rocche de Chiminna; i casali di Chiusa e di Rachalminusa; i
feudi Modulus Campane in territorio di Adernò, Melinventri in territorio di Centorbi
e Cavalera (Asp, Moncada, busta 1200, fasc. 39, cc. 27r-63v; fasc. 41, cc. non
numerate; Moncada, vol. 2170, cc. 149r-154v; Bcc, Tabulario, perg. 331).
4 R. Gregorio, Bibliotheca scriptorum qui res in Sicilia gestas sub Aragonum im-
perio retulere, Palermo, 1792, II, p. 467; A. Marrone, Sulla datazione della “Descrip-
tio feudorum sub rege Friderico” (1355) e dell’Adohamentum sub rege Ludovico”
(1345), «Mediterranea. Ricerche storiche», 1 (giugno 2004), pp. 123-168.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)