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L’avvio della terza serie dell’edizione nazionale delle opere di Pietro Verri... 641
codice. Un tema però prevale: le regalie, che nello Stato di Milano
erano state in parte alienate, mentre le più redditizie non erano state
cedute (la gabella del sale, per esempio, o il «dazio della Mercanzia» –
gli oneri di dogana riscossi sulle importazioni, sulle esportazioni, sui
transiti e sugli scambi fra le «province» lombarde –, ma anche i tributi
sul tabacco, sulle polveri e salnitri).
Come è noto, i cespiti mantenuti dal 1750 furono appaltati a
un’unica impresa e dal 1765 Verri dovette abbinare l’attività di «Con-
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siglier[e] Delegat[o] alle Ferme» del Supremo Consiglio di Economia a
quella di «consigliere delegato all’amministrazione della Ferma per l’in-
teressenza del terzo camerale» . Di questo capitolo dell’impegno «a
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servizio degli Asburgo» Pietro inserì nel codice i propri commenti al
progetto di una «Ferma commerciale», denominata in questo modo dai
firmatari del piano perché sarebbe stata preposta alla gestione non
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soltanto delle imposte indirette, ma anche delle «importazioni, ed
esportazioni di tutto il commercio dello Stato di Milano» . Un progetto
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quanto meno stravagante, sul quale Verri redasse una «Consulta» e
una «Memoria» apprezzabili per le numerose informazioni e per i dati
sulla gestione del tributo del sale e sul commercio estero lombardo che
vi sono contenuti . Gli altri due scritti sulle regalie conservate dalle
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Camera, compresi nel tomo, riguardano la gabella del sale. Il primo in
ordine di tempo è una «breve relazione» sul tributo del sale, che Giu-
seppe II richiese a Pietro nel 1769 in occasione della visita a Milano ,
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nella quale è «espo[sto] con chiarezza e semplicità lo stato delle cose» .
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Il secondo è una risposta al ministro plenipotenziario – il conte di
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Firmian – su un problema tecnico: lo smaltimento di giacenze del
22 G. Gregorini, Il frutto della gabella. La Ferma generale a Milano nel cuore del
Settecento economico lombardo, Vita e Pensiero, Milano, 2003.
23 C. Capra, I progressi della ragione cit., p. 246.
24 L’abate Serravalle e Carlo Redaelli, «due disperati, uomini da nulla», suppor-
tati però da «illustri Patrizi» e da «alcuni ricchi negozianti» (Lettera di Pietro al fra-
tello Alessandro del 3 dicembre 1766, in G. Gaspari (a cura di), Viaggio a Parigi e
Londra cit., p. 109).
25 «Consulta del Consiglio del 20 Dicembre 1766 intorno al progetto di Carlo
Redaelli» [in Sv; nessun titolo precede il testo], in Consulte1, pp. [55]-70, § 16.
26 Si vedano la consulta citata nella nota precedente e la «Memoria di Carlo
Redaelli presentata a Vienna colle risposte» [in Sv; il testo non è preceduto da alcun
titolo], ivi, pp. [74]-86.
27 «Breve relazione sul sale presentata a Sua Maestà Cesarea in Luglio 1769»
[in Sv; nell’intestazione «Sul sale. Breve relazione presentata a Sua Maestà Cesarea
che me ne diede commissione»], ivi, pp. [197]- 201.
28 C. Capra, I progressi della ragione cit., p. 315.
29 Per la richiesta di Firmian si veda la lettera del 31 marzo 1770 (Frm, Archivio
Verri, cart. 271).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)