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L’avvio della terza serie dell’edizione nazionale delle opere di Pietro Verri... 643
Fin dai primi del Settecento il governo austriaco lavorò in vista della
«redenzione» delle fonti di entrata: nel 1711 e nel 1755 furono istituite
due Giunte allo scopo, che non giunsero però ad alcun risultato . Pre-
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liminare all’avvio dell’incameramento era, infatti, la risoluzione di pro-
blemi di natura giuridica relativi alla regolarità dell’operazione, soprat-
tutto nei casi in cui era stato venduto anche lo jus redimendi (l’impe-
gno dello Stato a non recuperare le regalie alienate), cui si addivenne
alla metà degli anni Sessanta . Nel 1766 fu quindi istituita una nuova
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Giunta con l’incarico di predisporre un piano di lavoro , che fu ap-
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provato l’anno successivo . Con l’emanazione del regio dispaccio del
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15 ottobre 1767 il Supremo Consiglio di Economia dovette occuparsi
della riforma e Pietro e il barone Domenico de Montani furono nomi-
nati relatori .
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Allo scadere del 1768 Verri fu poi chiamato ad amministrare le
prime regalie riacquisite: si trattò inizialmente di alcuni tributi riscossi
nel Lodigiano, dall’anno seguente di quelli sulle vendite al dettaglio di
quantità modeste di vino – il cosiddetto «bollino» – a Milano e a Lodi, e
sulle pelli non conciate, le «pelli verdi» . Si era però ben lontani dal
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procedere con le «apprensioni» in tutto lo Stato. Era indispensabile,
infatti, in via preliminare censire i cespiti alienati e portare a compi-
mento l’elaborazione delle informazioni sulle regalie richieste ai pro-
prietari il 28 gennaio 1768, vale a dire «la natura di ciascuna e i titoli
di possesso, la data dell’acquisto e il prezzo pagato, il tipo di gestione
e la rendita attuale» . Operazioni non semplici, che si sarebbero pro-
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tratte oltre il 25 agosto 1770 (data ultima degli scritti compresi nella
«Raccolta» ora pubblicata) e avrebbero richiesto ancora l’impegno di
Pietro.
Sulla «redenzione» delle regalie nel codice sono presenti, oltre a pa-
reri di Verri sulla gestione del lavoro all’interno del dicastero , scrit-
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ture su questioni tecniche e su divergenze tra il Collegio Fiscale
37 C. Magni, Il tramonto del feudo lombardo, Giuffrè, Milano, 1937, p. 262.
38 Ivi, pp. 262-282.
39 Si veda il dispaccio reale del 21 agosto 1766 in C.A. Vianello (a cura di), La
riforma finanziaria cit., pp. 303-304.
40 C. Magni, Il tramonto del feudo lombardo cit., p. 284.
41 Il dispaccio reale del 15 ottobre 1767 è pubblicato in C.A. Vianello (a cura
di), La riforma finanziaria cit., pp. 307-310.
42 C. Capra, I progressi della ragione cit., pp. 305-307.
43 Id., Una carriera al servizio degli Asburgo cit., p. XLVIII.
44 «Consulta in cui il Consiglio cercò inutilmente di levare al Baron de Montani
ed a me la comissione di formar l’elenco delle regalie in data 2 Aprile 1770; e con-
secutiva nostra risposta dei 7 Aprile» [in Sv; nessun titolo precede il testo], in Con-
sulte1, pp. [299]-309; «Promemoria che fu di nessun uso alla condotta del Notaro
Tarantola» [in Sv; nell’intestazione «Promemoria»], ivi, pp. [330]-333.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)