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L’Italia di fine XV secolo osservata da un cardinale portoghese 705
ha creato, con l’aiuto del Papa e del Collegio [cardinalizio] attraverso le
decime del clero del Reame [Regno di Napoli] e 18.000 ducati in oro, e
attraverso le tasse imposte dal Papa a Firenze, Milano e ad altre
potenze d’Italia, il cui totale pensiamo si aggiri sui 100.000 ducati, oltre
a dieci navi armate e pagate inviate dalla Sicilia, che a oggi non sono
state sfruttate, sia per il tempo avverso sia perché i soldati sono mal
pagati, questa armata diventa più piccola di giorno in giorno. Pertanto,
mentre si aspettava, come vi ho scritto, che l’armata riconquistasse il
porto e facesse la sua parte di combattimento, mentre l’esercito
sarebbe giunto per via terrestre, così come era stato accordato, le navi
degli Ottomani sono arrivate a Otranto, città in loro possesso, portando
artiglieria e tutte le provvigioni necessarie, e il Papa sa che pochi giorni
fa sono arrivate [in Otranto] 24 navi. La vostra Signoria valuti se è pos-
sibile sostenere e rinforzare in maniera significativa [la armata cri-
stiana].
Anche l’esercito terrestre fino adesso non ha fatto nulla; al contrario
ha subito perdite da parte degli Ottomani, i quali erano inizialmente
pochi, come era riportato nelle precedenti lettere, e adesso sono tanti,
e i nostri hanno tanta paura di loro e non osano attaccarli perché
dicono che sono uomini di guerra molto strani. Così come la flotta sta
diventando sempre più piccola, così accade con l’esercito terrestre.
Quelli che erano là, sia a piedi che a cavallo, sono scappati per quei
motivi sovra menzionati e anche perché sono mal pagati.
Da queste due premesse vostra Signoria tragga questa conclusione:
gli Ottomani sono e sperano di rimanere sicuri fino all’inizio dell’estate,
quando si aspettano l’arrivo di molti rinforzi. Gli Ottomani già salpa-
rono da Costantinopoli in direzione di Scutari [Albania] per occuparsi
dei loro affari. La loro armata che stava a Rodi si unirà a quella di
Otranto. E così, da qui a poco tempo si formerà una flotta talmente
grande che nessun’altra potrà resisterle. Il Re [di Napoli] non sta
facendo altro che chiedere al Papa e queste altre Signorie che gli man-
dino soldi.
Ci sono voci che non voglia spendere di tasca propria. Suo figlio,
duca di Calabria, considerato un buon cavaliere, è disperato per lui.
In questo modo non ci sarà nulla da fare a meno che sia Dio a porvi
rimedio.
Da pochi giorni il Papa e il Collegio gli hanno mandato soldi per
pagare la fanteria perché il Re diceva che se gli avessero pagato 4.000
fanti per due mesi, oltre a quelli che già aveva, sperava di ottenere un
successo, e per questo motivo i soldi gli sono stati concessi. Ora chiede
8.000 uomini al Papa, a Milano e a Firenze, pagati per tre mesi, perché
non trova questi uomini nel suo regno e non ha soldi per loro e perché
il Regno è della Chiesa, e per questo motivo deve supportarlo, poiché
non è possibile risolvere questi problemi da solo. Egli, mentre gli Otto-
n.41 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)