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L’Italia di fine XV secolo osservata da un cardinale portoghese  701



                   alcune istruzioni a loro dirette, superavano gli affari politici e
                   diplomatici propriamente detti e includevano espressamente la
                   raccolta di informazioni su questioni concrete; i cardinali, da con-
                   siderarsi anch’essi agenti informatori della corona, gli unici a
                   risiedere permanentemente (o quasi) a Roma, erano probabil-
                   mente quelli che avevano accesso al maggior numero di informa-
                                                                               23
                   zioni (soprattutto per le questioni inerenti la curia e il papato) .

                Quando il 4 novembre del 1480 un cardinale preoccupato scriveva
             una lettera a un principe che stava per diventare re, stava (volontaria-
             mente?) per lasciare ai posteri una triplice testimonianza riguardo: a)
             la situazione politica della Penisola italiana e del Mediterraneo Orien-
             tale in quel preciso momento; b) le proprie considerazioni sulla politica
             internazionale del suo tempo; c) il funzionamento di una delle dimen-
             sioni più rilevanti per la diplomazia di fine Medioevo e del Rinasci-
             mento, ossia la raccolta e la diffusione di informazioni. È questa la
             testimonianza che qui si pubblica con la speranza che possa avere
             qualche utilità per gli storici interessati alle vicende e alle dinamiche
             di questo periodo storico.


             Nota sulla trascrizione

                Nella trascrizione del documento si sono seguite le norme proposte
             in COSTA, Avelino de Jesus da – Normas Gerais de Transcrição e Publi-
             cação de Textos e Documentos Medievais e Modernos. 3ª edição. Coim-
             bra: Instituto Nacional de Investigação Científica, 1993, delle quali
             evidenziamo le seguenti caratteristiche:

                1. Svolgimento delle abbreviazioni.
                2. Attualizzazione dell’uso delle maiuscole e delle minuscole, della
                   i e della j, della u e della v e della c e della ç.
                3. Inserimento moderato della punteggiatura per rendere il docu-
                   mento più facilmente comprensibile.
                4. Separazione delle parole indebitamente unite e giunzione degli
                   elementi dispersi della stessa parola.
                5. Mantenimento della doppia consonante all’interno delle parole
                   ed eliminazione quando invece presente all’inizio delle stesse.





                23  Sui  vari  livelli  della  diplomazia,  da  quella  formale  a  quella  informale,  cfr.  F.
             Leverotti,  Diplomazia  e  governo  dello  stato.  I  “famigli  cavalcanti”  di  Francesco  Sforza
             (1450-1466), GISEM-ETS, Pisa 1992.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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