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           mani erano pochi, non ha voluto che nessuno venisse in suo soccorso,
           e ha sprecato tutto il tempo nel chiedere soldi a destra e manca, per
           non spendere i propri, anche se è risaputo che possiede un patrimonio
           molto cospicuo.
              Adesso si pensa che non sia in grado di poter fare nulla, anche se
           volesse, ed in più sembra che non lo voglia. E tutti pensano che questo
           sia un castigo divino.
              Il Papa lavora tanto quanto può per riunire l’Italia e trovare mezzi e
           rimedi. Egli, insieme con il Collegio, ha deciso che sei cardinali devono
           occuparsi di questa situazione, poiché egli è molto debole, e di questi
           cardinali io sono il meno importante, e in questo modo partecipiamo a
           questi lavori agendo come meglio crediamo, rappresentando Sua San-
           tità nel concistoro. Potete vedere, signore, che questo è una cosa di Dio
           contro la quale non c’è consiglio o prudenza. Questa Italia è talmente
           entusiasta e bersaglio di tante invidie, infedeltà e altre malizie che non
           si è mai potuta riunificare fino a ora. E ognuno [ogni reggente], consa-
           pevole della propria perdizione, è disposto a perdere un occhio pur di
           vedere il proprio vicino completamente cieco. E in tale modo finisce che
           tutti diventeranno ciechi. Essi non vogliono capire che da soli non pos-
           sono  resistere,  a  meno  che  non  si  uniscano,  ma  solo  si  uniranno
           quando non sarà possibile usufruire di questa unione, e questo capi-
           terà senza dubbio se gli Ottomani riusciranno a superare l’inverno.
              Speriamo che adesso arrivino quelli di Firenze, secondo il mio ope-
           rato, come ho scritto al Re [del Portogallo]. I Veneziani non vogliono
           essere coinvolti, perché dicono che sono in pace con gli Ottomani e non
           vogliono la guerra, e che 19 anni fa sono stati in guerra contro gli Otto-
           mani e nessuno ha voluto aiutarli, eccetto il Papa. E che il Re [di
           Napoli] e altri li hanno derisi, e hanno perso molti loro signori, e ora
           vogliono vedere quello che riescono a fare quelli che li hanno derisi. E
           il principale in tutto questo era il Re [di Napoli] che sempre fu a loro
           ostile. Nonostante sappiano che, qualora gli Ottomani dovessero con-
           quistare l’Italia, e loro con essa, vogliono essere gli ultimi. Gli Ottomani
           non dicono mai la verità in nessuna promessa o accordo che facciano.
           È certo che senza di loro [i Veneziani] l’Italia non riuscirà a resistere,
           secondo l’opinione di tutti. Il ducato di Milano è nelle mani di una
           donna e di un ragazzo di 12 anni, e ha così tanti problemi che non rie-
           sce a risolvere che non potrà aiutare gli altri. Ora stiamo a imporre
           tasse e a cercare soldi e gente per tutto il mondo, ma mi sembra che
           abbiamo iniziato tardi, a meno che Dio non si occupi di questo pro-
           blema, come già ho detto. Roma, 4 Novembre 1480.









           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017    n.41
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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