Page 74 - Mediterranea 51 sfogliabile
P. 74
72 Domenico Cecere
nella provincia con compiti molto precisi. L’analisi comparata di di-
versi forti terremoti verificatisi nell’arco di quasi un secolo fa emergere
la graduale stabilizzazione della pratica d’inviare nelle aree colpite uf-
ficiali o magistrati (in genere giudici dei supremi tribunali del Regno)
con ampi poteri, incaricati non solo di raccogliere o verificare le infor-
mazioni sui danni e le vittime, ma anche di coordinare i rifornimenti
alimentari, di prevenire la diffusione di epidemie, di avviare la rico-
struzione di edifici e infrastrutture pubblici, specie quelli di natura
militare.
Attraverso uno studio ad ampio spettro di diverse calamità, che
spaziano dall’area mediterranea a quella andina, passando per le Fi-
lippine, il contributo di Gennaro Varriale mette in rilievo, tra l’altro, la
lenta definizione di alcune procedure sempre più comuni nella ge-
stione dell’emergenza all’interno dei diversi territori della Monarquía
tra XVI e XVII secolo. In questo caso, al centro dell’attenzione è essen-
zialmente l’informazione raccolta e maneggiata dalle istituzioni locali
e centrali, dalle audiencias e dai cabildos fino ai Consejos che affian-
cavano i re Cattolici nella presa di decisioni. La tendenza alla fissa-
zione di procedure informative dotate di qualche uniformità si scon-
trava però con i problemi determinati dalla distanza tra i territori di
volta in volta interessati e la corte, distanza che determinava un ri-
tardo e un’asimmetria nelle informazioni tali da offrire a governatori,
magistrati e ufficiali locali, costretti a fronteggiare situazioni imprevi-
ste e a prendere decisioni ad horas, la possibilità di estendere i propri
poteri oltre i limiti consueti.
I tentativi di uniformare almeno in parte le pratiche di raccolta delle
informazioni e di presa delle decisioni nell’ambito di una compagine
imperiale dalla proiezione globale si intrecciavano con il problema
della messa a punto di politiche di risposta basate sull’esperienza e
sulla memoria di eventi passati, un aspetto sempre più al centro
dell’attenzione di quanti si occupano di calamità, del presente come
del passato . Il saggio di María Eugenia Petit-Breuilh Sepúlveda, a
13
partire dalla ricostruzione degli effetti del terremoto e del conseguente
maremoto del 1° novembre 1755 (più noto come terremoto di Lisbona)
su città e villaggi del Golfo di Cadice, mette in luce l’importanza della
memoria di passate catastrofi per la definizione e la diffusione di com-
portamenti e di pratiche di risposta ai rischi legati a fenomeni naturali:
l’autrice mostra che la conoscenza di tsunami verificatisi nei possedi-
menti spagnoli d’oltreoceano nella prima metà del XVIII secolo risultò
13 B. van Bavel, D. Curtis, J. Dijkman, M. Hannaford, M. De Keyzer, E. Van Onacker,
T. Soens, Disasters and History. The Vulnerability and Resilience of Past Societies, Cam-
bridge University Press, Cambridge, 2020, pp. 110-113.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)