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Calamità ambientali e risposte politiche nella monarchia ispanica   73


                    utile alla comprensione del fenomeno che nel 1755 le autorità iberiche
                    si trovarono a fronteggiare, e all’elaborazione di alcune misure di mi-
                    tigazione.
                       Per le ragioni già illustrate, i contributi in questa sezione privile-
                    giano  le  fonti  prodotte  o  ricevute  dalle  autorità  secolari.  Sicché  nel
                    quadro d’insieme finiscono in secondo piano o relegate sullo sfondo le
                    azioni, le reazioni e i punti di vista di altri soggetti, come ad esempio i
                    circoli filosofici e naturalistici o le istituzioni ecclesiastiche, che pure
                    di fronte a fenomeni naturali estremi dalle conseguenze luttuose svol-
                    gevano ruoli di primo piano, tanto nell’interpretazione di tali fenomeni
                    quanto  nel  ristabilimento  delle  interazioni  sociali  e  delle  coordinate
                    culturali. Tuttavia gli echi di dibattiti e contrapposizioni generati dai
                    disastri si possono scorgere in molte delle fonti analizzate nei saggi qui
                    raccolti: osservate al microscopio, le dinamiche della comunicazione
                    istituzionale possono rivelare conflitti, magari latenti, che riemerge-
                    vano o si acuivano all’indomani di una calamità. Lo dimostra in questa
                    sede soprattutto lo studio di Alessandro Tuccillo condotto per lo più
                    sulla corrispondenza tra vescovi, nunzi e segreteria di Stato pontificia:
                    le pressioni esercitate dalla diplomazia papale su Napoli e su Madrid
                    facevano leva sui recenti disastri che avevano interessato diversi ter-
                    ritori della Monarchia ispanica – quelli d’origine naturale erano abil-
                    mente accostati a quelli di natura politica, gli uni e gli altri efficace-
                    mente inquadrati nel paradigma provvidenzialistico di lettura delle ca-
                    tastrofi. Si trattava, per la Chiesa, di un facile strumento di pressione
                    politica nelle relazioni con i vari Regni della Monarchia e con il suo
                    centro, che le consentiva di riaprire importanti questioni irrisolte, più
                    e meno recenti, nei rapporti tra Roma e Madrid.
                       Le controversie diplomatiche che seguirono i terremoti di Lima e del
                    Sannio del 1687 e 1688 mostrano, d’altra parte, il carattere duttile
                    dell’onnipresente paradigma provvidenzialistico: se la causa prima dei
                    moti tellurici e delle altre sventure che avevano colpito di recente di-
                    versi  territori  dell’Impero  spagnolo  era  unanimemente  identificata
                    nell’ira divina, ben altrimenti problematica era l’individuazione delle
                    azioni e dei comportamenti che tale ira avevano suscitato. Questi po-
                    tevano essere additati in modi diversi secondo il punto di vista delle
                    diverse parti in causa, rivelando così il carattere spiccatamente poli-
                    tico che potevano assumere i dibattiti intorno alle presunte cause dei
                    terremoti: in questo modo, la ricostruzione dei contesti spesso conflit-
                    tuali in cui furono prodotte restituisce a quelle descrizioni e a quelle
                    immagini,  che  all’apparenza  si  ripetono  con  poche  varianti  da  una
                    fonte all’altra, la loro specificità e la loro funzione polemica.
                       I saggi qui raccolti dimostrano la fecondità di un approccio multi-
                    focale allo studio delle calamità, del loro impatto sulle società d’antico




                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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