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                animi et i cuori»: perciò in momenti di crisi post-disastro, allorché l’in-
                sicurezza e lo smarrimento rendevano gli equilibri più fluidi e instabili,
                ai diversi attori istituzionali e sociali spesso si offriva la possibilità di
                modificare tali equilibri a proprio vantaggio, acquisendo crediti e be-
                nemerenze, se possibile a scapito d’individui, gruppi e istituzioni con-
                correnti.
                   Queste  battaglie  si  giocavano  spesso,  prima  di  tutto,  sui  piani
                dell’informazione e della comunicazione, poiché il controllo delle noti-
                zie e delle opinioni assume – oggi come nel passato – un ruolo cruciale
                nelle crisi che investono vaste collettività. In primo luogo, la raccolta
                di dati e di pareri consente ai diversi soggetti coinvolti di prendere de-
                cisioni informate, di adeguare la propria azione alla rapida evoluzione
                del contesto; inoltre, chi riesce a controllare l’informazione ha il potere
                di avvalorare determinate ricostruzioni e interpretazioni degli eventi, e
                perciò di orientare i giudizi sull’efficacia di determinate scelte nella ge-
                stione dell’emergenza. Non a caso, è stato acutamente osservato che
                la maggiore complessità narrativa e la più attenta scansione cronolo-
                gica rilevabile nelle narrazioni dei disastri a partire dal XVI secolo sa-
                rebbero da attribuire al crescente coinvolgimento delle autorità nella
                gestione delle emergenze e all’accresciuta competizione delle diverse
                forze sociali nel mostrare la propria sollecitudine per la comune sal-
                vezza . In momenti di crisi, la possibilità d’influenzare i flussi e i con-
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                tenuti della comunicazione era una delle vie maestre per tentare di
                modificare a proprio vantaggio gli equilibri di potere.
                   Ed è proprio la comunicazione politica il principale, ancorché non
                unico, terreno di convergenza dei diversi contributi che compongono
                questa sezione tematica: in modi diversi, tutti esplorano le forme in
                cui gli eventi calamitosi erano percepiti, raccontati e spiegati all’in-
                terno delle diverse reti che connettevano individui, gruppi e istituzioni,
                e che determinavano o comunque influenzavano le risposte dei singoli
                e delle collettività. I cinque saggi riguardano alcuni territori europei ed
                extraeuropei  della  Monarchia  ispanica  tra  XVII  e  XVIII  secolo  (con
                qualche confronto con il XVI secolo), e affrontano da prospettive diffe-
                renti ma complementari l’impatto dei fenomeni estremi della natura
                sulle società di antico regime, i modi in cui queste interpretavano tali
                fenomeni e le loro conseguenze luttuose, e infine le politiche e le pra-
                tiche di gestione delle emergenze, di mitigazione dei rischi e di rico-
                struzione.




                   7   F.  Lavocat,  Narratives of Catastrophe in the Early Modern Period: Awareness of
                Historicity and Emergence of Interpretative Viewpoints, «Poetics Today», 33, n. 3-4 (2012),
                pp. 253-299.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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