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68 Domenico Cecere
animi et i cuori»: perciò in momenti di crisi post-disastro, allorché l’in-
sicurezza e lo smarrimento rendevano gli equilibri più fluidi e instabili,
ai diversi attori istituzionali e sociali spesso si offriva la possibilità di
modificare tali equilibri a proprio vantaggio, acquisendo crediti e be-
nemerenze, se possibile a scapito d’individui, gruppi e istituzioni con-
correnti.
Queste battaglie si giocavano spesso, prima di tutto, sui piani
dell’informazione e della comunicazione, poiché il controllo delle noti-
zie e delle opinioni assume – oggi come nel passato – un ruolo cruciale
nelle crisi che investono vaste collettività. In primo luogo, la raccolta
di dati e di pareri consente ai diversi soggetti coinvolti di prendere de-
cisioni informate, di adeguare la propria azione alla rapida evoluzione
del contesto; inoltre, chi riesce a controllare l’informazione ha il potere
di avvalorare determinate ricostruzioni e interpretazioni degli eventi, e
perciò di orientare i giudizi sull’efficacia di determinate scelte nella ge-
stione dell’emergenza. Non a caso, è stato acutamente osservato che
la maggiore complessità narrativa e la più attenta scansione cronolo-
gica rilevabile nelle narrazioni dei disastri a partire dal XVI secolo sa-
rebbero da attribuire al crescente coinvolgimento delle autorità nella
gestione delle emergenze e all’accresciuta competizione delle diverse
forze sociali nel mostrare la propria sollecitudine per la comune sal-
vezza . In momenti di crisi, la possibilità d’influenzare i flussi e i con-
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tenuti della comunicazione era una delle vie maestre per tentare di
modificare a proprio vantaggio gli equilibri di potere.
Ed è proprio la comunicazione politica il principale, ancorché non
unico, terreno di convergenza dei diversi contributi che compongono
questa sezione tematica: in modi diversi, tutti esplorano le forme in
cui gli eventi calamitosi erano percepiti, raccontati e spiegati all’in-
terno delle diverse reti che connettevano individui, gruppi e istituzioni,
e che determinavano o comunque influenzavano le risposte dei singoli
e delle collettività. I cinque saggi riguardano alcuni territori europei ed
extraeuropei della Monarchia ispanica tra XVII e XVIII secolo (con
qualche confronto con il XVI secolo), e affrontano da prospettive diffe-
renti ma complementari l’impatto dei fenomeni estremi della natura
sulle società di antico regime, i modi in cui queste interpretavano tali
fenomeni e le loro conseguenze luttuose, e infine le politiche e le pra-
tiche di gestione delle emergenze, di mitigazione dei rischi e di rico-
struzione.
7 F. Lavocat, Narratives of Catastrophe in the Early Modern Period: Awareness of
Historicity and Emergence of Interpretative Viewpoints, «Poetics Today», 33, n. 3-4 (2012),
pp. 253-299.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)