Page 24 - 1
P. 24

Cancila Rossella (Galasso)_2  25/04/18  11:47  Pagina 20






                 20                                                     Rossella Cancila


                    Galasso pensava in particolare alla rappresentazione del mondo
                 mediterraneo, che si è andata via via affermando, come area di una
                 grande stasi culturale, sinonimo di un ambiente pigro, superstizioso,
                 arretrato, fatalista, semifeudale in opposizione al dinamismo moderno,
                 razionalistico, liberale, progressista attribuito all’Europa settentrionale.
                 A queste categorie restava ancorata l’idea di una “civiltà mediterranea”,
                 come immagine di un mondo, che «era stato e non era più», cristalliz-
                 zata in una immobilità permanente, che appariva come una realtà pro-
                 fondamente unitaria nei suoi valori e nella sua esistenza, sia in senso
                 positivo sia in senso negativo. Egli individuava piuttosto una quadru-
                 plice relazione – come la definiva – i cui termini «varietà, simbiosi, aper-
                 tura, storicità» rappresentano un «nesso totale di natura e storia»: ciò
                 che caratterizzava intimamente l’identità culturale delle regioni medi-
                 terranee, ne costituiva l’impianto evidente tanto nella geografia fisica
                 quanto nella storia materiale e sociale. Non è possibile, insomma, attri-
                 buire alla civiltà mediterranea valori che a ben vedere hanno un quadro
                 di riferimento molto più ampio. La “mediterraneità” va inserita nel
                 flusso della storia, partecipa del suo dinamismo, con la sua continuità
                 e le sue rotture. L’orologio del Mediterraneo – diceva – è in altri termini
                 quello della storia umana.
                    D’altra  parte  mai  il  Mediterraneo  è  stato  immobile  né  un’area
                 chiusa, fine a sé stessa: anzi, al di là di ogni apparenza, la sua apertura
                 si è protesa in modo ugualmente forte in tante direzioni, a cominciare
                 dall’Europa, con la quale i piani di confronto sono stati molteplici e
                 complessi. Almeno sino alla guerra dei Trent’anni l’equilibrio europeo
                 ha avuto una forte dimensione mediterranea, successivamente incri-
                 nata dall’ascesa dell’Austria tra le grandi potenze europee, dal declino
                 spagnolo e ottomano, e sul piano economico dai mutamenti radicali
                 determinati dall’impeto dell’Olanda e dell’Inghilterra: fattori questi che
                 avrebbero marginalizzato sempre più l’area mediterranea, e con essa
                 il Mezzogiorno d’Italia, come fu chiaro ormai alla metà del XVII secolo.
                 L’Europa mediterranea, che pure era stata sino ad allora il fulcro gra-
                 vitazionale della vita e della cultura europea, diventerà un’area sempre
                 più periferica «dell’Europa che conta». Per Galasso inizia qui un capi-
                 tolo nuovo nella storia del vecchio mare, «il capitolo dell’apertura di
                 una sua nuova frontiera», quella con le marinerie del Nord e con le loro
                 attività. Non è però che l’avvio di una condizione di subordinazione mai
                 più rovesciata.
                    L’apertura del canale di Suez nel 1869 ridestò la speranza di una
                 rinascita storica, che però non si realizzò, perché l’asse portante della
                 geopolitica mondiale si era spostato ormai nell’Atlantico. Le stesse
                 vicende politiche, che nel XIX secolo attraversarono le regioni che si
                 affacciano su questo mare, dalla conquista dell’Egitto da parte di Napo-
                 leone all’indipendenza greca e italiana sino alla questione balcanica,


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018       n.42
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   19   20   21   22   23   24   25   26   27   28   29