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Pescosolido (Galasso)_1 25/04/18 11:46 Pagina 15
Giuseppe Galasso 15
Le coordinate teoriche e metodologiche dell’opera storica di Giuseppe
Galasso si collocarono sin dagli esordi all’interno della teoria storiogra-
fica crociana, libera però dall’arroccamento sul primato assoluto ed
esclusivo della storia etico-politica che fu di Benedetto Croce. Galasso,
che iniziò i suoi studi universitari con Ernesto Pontieri, prese infatti le
mosse sin dall’inizio dall’assunto teorico crociano secondo cui la storia
politica e istituzionale costituisce la dimensione nella quale si esprime
il significato supremo della storia dell’uomo; e tuttavia, sulla scia della
lezione di Rosario Romeo, che non per caso lo mise in cattedra e col
quale mantenne per tutta la vita un rapporto disciplinare ed accademico
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molto stretto , era anche convinto che fosse indispensabile cogliere lo
stretto rapporto intercorrente tra storia politico-istituzionale e storia
economica, sociale e della cultura. Da qui la sua attenta sensibilità alle
scienze sociali, a partire dall’antropologia e dalla sociologia, senza tut-
tavia mai scadere nei determinismi del materialismo storico, del socio-
logismo, dell’economicismo, dello strutturalismo antropologico. Da qui
la particolare considerazione, assai maggiore di quella di Romeo, dedi-
cata alla storiografia delle Annales e ad alcuni dei suoi mostri sacri.
Pur non condividendo l’utopia della storia totale e il declassamento
della storia politica, militare e diplomatica al livello di histoire évene-
mentielle o histoire-bataille, sbandierati all’inizio dalla rivista francese,
Galasso non disconobbe la positività delle nuove conoscenze apportate
dalla rivista fondata da Bloch e Febvre nell’ambito della storia sociale,
intesa nei suoi molteplici sensi: non solo quello classico di storia delle
strutture sociali nelle loro stratificazioni e nelle loro conflittualità (in
senso sia marxiano sia pre-marxiano), ma anche in quello di «storia
della “cultura materiale”, delle concrete condizioni di vita, di mentalità
e comportamenti, di persistenze e lunghe durate di elementi antropo-
logico-culturali o altrimenti strutturali, di sentimenti e sensibilità, della
marginalità e dell’emarginazione sociale; storia delle forme e degli stru-
menti del consenso e del dissenso, dell’aggregazione o della disgrega-
zione sociale, feste e cerimoniali e prassi sociali civili e religiose» . E
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tuttavia solo nella misura in cui erano funzionali alla comprensione
dei grandi problemi e delle grandi scelte etico-politiche che avevano
determinato il destino storico della civiltà occidentale, queste impor-
tanti acquisizioni economico-socio-antropologiche avevano un reale
significato all’interno della tradizione storica euro-anglo-americana.
8 Ancora nel 2017, parlando di maestri, ascendenze e vicinanze storiografiche, affer-
mava che «la persona alla quale mi sento più vicino e che morì ormai nel lontano 1987
è Rosario Romeo», Cfr. G. Galasso, Chi crede nella laicità e nella ragione è un sopravvis-
suto, intervista cit.
9 G. Pescosolido, La storiografia europea del Novecento in una raccolta di scritti di Giu-
seppe Galasso cit., p. 96.
n.42 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)