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Cancila Rossella (Galasso)_2  25/04/18  11:47  Pagina 21






                   Il Mediterraneo di Giuseppe Galasso                               21


                   non  incisero  profondamente  sugli  equilibri  europei  dominati  dalla
                   diplomazia delle grandi potenze che ormai si erano affermate nel gioco
                   politico internazionale; né modificarono il suo ruolo sulla scala della
                   potenza mondiale. Altri protagonisti si muovevano con disinvoltura
                   sullo scacchiere mediterraneo. Si pensi alla penetrazione inglese da
                   Gibilterra a Malta, da Cipro all’Egitto; o a quella nord-africana della
                   Francia, che dopo Algeri, aveva trovato slancio con il taglio di Suez sino
                   all’acquisizione della Tunisia. Persino i destini dei due conflitti mon-
                   diali, che avevano visto il Mediterraneo teatro di scontri di enorme por-
                   tata, furono decisi altrove; e con essi, quelli del mondo.
                      Galasso  guardava  con  interesse  anche  al  Mediterraneo  di  oggi,
                   «entrato decisamente nel generale processo di profonda assimilazione
                   e omologazione culturale messo in moto dalla civiltà industriale e dalle
                   sue enormi forze unificatrici». Lo storico, attento alle tensioni dell’at-
                   tualità, si chiedeva come il mondo mediterraneo potesse stare nella
                   “modernità”: come lo è sempre stato in tutto il suo passato, all’insegna
                   dell’articolazione, dell’apertura alla storia e all’esterno. Anche nelle
                   condizioni più difficili e dolorose. Il Mediterraneo infatti – pure quello
                   delle grandi civiltà e degli antichi splendori – fu sempre anche il Medi-
                   terraneo di un «grande travaglio umano» con quelle «ombre di tristezze
                   e malinconie e di mali e problemi, che fanno parte dell’umanità di sem-
                   pre e che perciò debbono sempre far parte anche della storia che si
                   scrive di una qualsiasi frazione dell’umanità». Pensava, con lo sguardo
                   rivolto al presente, a quell’umanità sofferente, che ancora oggi – come
                   già nel passato, seppure spesso in senso inverso, in uscita cioè – attra-
                   versa le frontiere del Mare, col suo carico di paura, ma anche di spe-
                   ranza per un futuro migliore.
                                                                      Rossella Cancila




                   Nota bibliografica:

                      Le citazioni di Galasso sono tratte dai suoi articoli:
                      - G. Galasso, Il Mediterraneo di Filippo II, «Mediterranea-ricerche sto-
                   riche», 2/2004;
                      - G. Galasso, La mobilità delle persone nel Mediterraneo: qualche
                   osservazione preliminare, «Mediterranea-ricerche storiche», 7/2006;
                      - G. Galasso, Il Mediterraneo: un nesso totale tra natura e storia,
                   «Mediterranea-ricerche storiche», 9/2007;
                      - G. Galasso, Il Mezzogiorno di Braudel, «Mediterranea-ricerche sto-
                   riche», 10/2007;
                      - G. Galasso, Mediterraneo, ponte e barriera (secoli VII-XIII), «Medi-
                   terranea-ricerche storiche», 29/2013.


                   n.42                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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