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Pescosolido (Galasso)_1  25/04/18  11:46  Pagina 16






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                    Da questo impianto teorico, qui richiamato in estrema sintesi, derivò
                 un’attività storiografica prodigiosa sulla storia d’Italia e d’Europa che
                 si esplicò non solo nella stesura di sintesi e saggi monografici che è
                 impossibile elencare qui compiutamente, e dei quali alcuni sono diven-
                 tati punti di riferimento ineludibili (oltre alla già ricordata Storia d’Eu-
                 ropa, mi limito a menzionare solo Potere e istituzioni in Italia dalla
                 caduta dell’Impero romano a oggi, Einaudi Torino 1974 e L’Italia come
                 problema storiografico, Utet, Torino 1979). Ma altrettanto prodigiosa fu
                 l’ideazione e direzione di grandi imprese editoriali, quali la Storia d’Ita-
                 lia per la casa editrice Utet (25 voll. Torino 1958-2008) o la Vita civile
                 degli italiani. Società, economia, cultura materiale per la casa editrice
                 Electa, e la direzione di due importanti riviste di area liberaldemocra-
                 tica e laica: «Prospettive Settanta» e «L’Acropoli». Dal 1977, Galasso fu
                 socio dell’Accademia dei Lincei, dal dicembre 1978 al marzo 1983 pre-
                 sidente della Biennale di Venezia e dal 1982 al 1988 della Società Euro-
                 pea di Cultura. Dal 1980 fu presidente e poi presidente onorario della
                 Società Napoletana di Storia Patria nonché dal 1988 membro del con-
                 siglio scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino.
                    Se  politicamente  Galasso  è  stato  tra  i  maggiori  meridionalisti  del
                 secondo dopoguerra, è nel contempo sicuramente il maggiore storico del
                 pensiero meridionalista e della storia del Mezzogiorno pre e post-unitario
                 che l’Italia abbia avuto. Non c’è stato infatti problema della storia meri-
                 dionale, piccolo o grande che sia, che non abbia richiamato la sua atten-
                 zione interpretativa e critica, a partire dai suoi primi e originalissimi studi
                 nei quali si misurò con l’interpretazione della storia del Regno di Napoli e
                 della nazione napoletana di Benedetto Croce, con una padronanza del
                 tema e una forza di pensiero letteralmente stupefacenti in un giovane poco
                                  10
                 più che trentenne , per proseguire poi con l’ormai classico Economia e
                 società nella Calabria del Cinquecento – la sua ricerca forse più ricca di
                 originali acquisizioni conoscitive e interpretative –, e poi con la direzione,
                 condivisa con Rosario Romeo, della monumentale Storia del Mezzogiorno.
                    A tutto ciò si affiancò un’attività giornalistica imponente sui maggiori
                 quotidiani nazionali e in particolare sul «Corriere della Sera», portata
                 avanti senza interruzione sino alla sera prima della sua scomparsa.
                    Di lui Yourcenar avrebbe sicuramente detto che, a 88 anni, è entrato
                 nella morte a occhi aperti.

                                                                    Guido Pescosolido







                    10  Id., Nazione, sviluppo economico e questione meridionale in Italia cit.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018       n.42
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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