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guerra dei sette anni, complice l’entrata tardiva in quel conflitto dei
Borbone spagnoli, il gettito garantito dalle imbarcazioni “napoletane”
di passaggio a Villafranca aumentò notevolmente: nel 1756 versarono
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nelle casse sabaude 14.122:13 lire, nel 1760 36.746:7 .
Altre volte, all’inverso, le manovre dei mercanti francesi per non
incappare negli attacchi corsari nemici poggiavano sulla messa in atto
di vere e proprie frodi ai danni dei due principi detentori dei «dritti»: come
pensarono intelligentemente negli anni della guerra per l’indipendenza
americana, «coll’indirizzo delle merci dalle piazze di Levante a negozianti
in questa città [di Nizza], sebben intrinsecamente indirizzate per la Fran-
cia, vengono le medesime a essere esenti dalla preda dei inglesi perché
apparentemente indirizzate in questa città neutra ai negozianti che in
verità non sono in tal fatto che semplici commissionari» .
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Alla luce di quanto esposto fin qui, ci rendiamo bene conto della ric-
chezza e della pluralità di temi e di approcci di indagine che possono
svilupparsi a partire da questa documentazione, che fu raccolta con
finalità fiscali ma che permette di approfondire altri aspetti importanti
dell’apparato istituzionale dei due Stati in questione, di seguire le evo-
luzioni del diritto e della cultura politica in merito al problema della
“libertà dei mari”, di conoscere tratti peculiari (difficilmente rintraccia-
bili, se non a costo di sforzi ben maggiori, in documentazione di altra
natura) delle società costiere, dei flussi commerciali e in generale del
milieu marittimo di antico regime. Tutto ciò proprio nel momento di
massimo sviluppo dei commerci dell’età preindustriale, per una ragione
niente affatto casuale: fu proprio in rapporto alla maggiore circolazione
di merci e di uomini che ebbe modo di manifestarsi la contestazione
generalizzata nei confronti dei dritti e si produsse di conseguenza la
necessità di conservare documentazione per mantenerli.
86 Adam, DV, m a, 8. Durante la guerra di indipendenza americana i «bastimenti
napoletani» pretendevano la franchigia dal dritto per il legname da costruzione estratto
dall’Albania turca e diretto a Tolone per alimentare lo sforzo cantieristico francese. In
passato, si legge nelle carte, per questi traffici vigeva una convenzione tra i negozianti
greci e gli appaltatori del dazio sabaudo. Sui vantaggi per gli operatori marittimi neutrali
in tempo di guerra si veda il bel saggio di É. Schnakenbourg, “Sous le masque des neu-
tres”: la circulation des marchandises en temps de guerre (1680-1780), in L. Bély (a cura
di), Les circulations internationales en Europe (1680-1780), Presses de l’Université Paris-
Sorbonne, Paris, 2011, pp. 101-119.
87 Adam, DV, m a, 7. Memoria dell’appaltatore del dritto di Villafranca Liprandi del
12 agosto 1779. Gli spedizionieri nizzardi, dichiarando le merci in transito via terra verso
la Francia, ottenevano l’esenzione dal dritto.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)