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80 Paolo Calcagno
carte esaminate si trovano con frequenza natanti toscani 77 e napole-
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tani ; e fino all’agognato «riscatto» dal dritto di Villafranca del 1753, la
necessità di stabilire un modo per soddisfare le richieste dei Savoia
costrinse il governo francese a documentarsi in maniera dettagliata
sull’attività commerciale del naviglio “nazionale”. Si trattava di capire
chi operava in quello spazio marittimo e che tipo di affari venivano con-
dotti, per applicare un equo carico fiscale: in una relazione della camera
di commercio di Marsiglia dell’11 dicembre 1726 si commentava che la
Provenza aveva «divers ports et beaucoup de batiments qui font le com-
merce d’Italie en voiture»; che la Linguadoca «fait le meme commerce
que la Provence», specie concentrandosi sul trasporto del vino «et encore
celui des petites draperies, qui est fort considerable»; e che dai «ports de
Ponant» – con riferimento a quelli della Francia atlantica – «viennent fre-
quemment en Italie» grandi vascelli, i quali «font un commerce conside-
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rable», soprattutto di merluzzo e di «autres salaisons» .
Inoltre, specie alla luce della documentazione dei principi Grimaldi,
che verso di loro avevano un occhio di riguardo per il ruolo determinante
dei nobili genovesi quali armatori e assicuratori, è possibile rintracciare
il passaggio dei grandi mercantili a vela che vennero costruiti in
Liguria nella seconda metà del XVII secolo 80 e che svolsero un ruolo
fondamentale lungo le rotte che da Genova si dirigevano verso Cadice e
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Lisbona da una parte e verso Smirne e gli altri porti ottomani dall’altra .
77 Nel mazzo citato alla nota precedente è conservato un elenco di «bastimenti
toscani», in tutto 57, con relativi carichi, che pagarono il dritto di Villafranca tra 16 gen-
naio 1762 e 30 marzo 1763.
78 Un analogo elenco di 147 «bastimenti napoletani», anch’essi transitanti per Villa-
franca, carichi di legname per il cantiere di Tolone tra 17 settembre 1777 e 19 giugno
1781 in Adam, DV, m a, 8.
79 Anp, AE/B/III/405. Sulla base di questo rapporto, venne stilato un «état des villes
et lieux maritimes qui peuvent contribuer à l’abonnement du droit de deux pour cent de
Villefranche»: Marsiglia 15.000 lire, Tolone 3.000, La Ciotat 1.500, Cassis 1.000, Bandol
1.000, Hyères 1.000, Saint-Tropez 2.000, Fréjus 2.000, Antibes 1.500, Cannes 1.500,
Martigues 2.000 (totale Provenza 31.500); Cette 2.500, Frontignan 1.500, Adge 2.500,
Narbonne 1.500 (totale Linguadoca 8.000); Saint-Malo 1.500, Nantes 1.500, Bordeaux
1.500, Bayonne 1.000, Le Havre 1.000 (totale «Ponant» 6.500).
80 Su questa felice stagione della cantieristica genovese – già segnalata da Fernand
Braudel (Il secondo Rinascimento. Due secoli e tre Italie, Einaudi, Torino, 1986, p. 79) -
rinvio al saggio di L. Lo Basso, Entre galères et vaisseaux. Armement et constructions
navales en Ligurie au XVIIe siècle, «Cahiers de la Méditerranée», 84 (2012), pp. 273-292;
e allo studio specifico precedente, dello stesso autore, dal titolo La costruzione della nave
“Nostra Signora dell’Apparizione e S. Pietro” (Savona, 1671-73), in Saper fare. Studi di
storia delle tecniche in area mediterranea, Edizioni ETS, Pisa, 2004, pp. 85-125.
81 Sulla riapertura dei commerci con il Levante mediterraneo, favorita dalla stipula-
zione di apposite «capitolazioni» con la Porta nel 1665, esistono i classici lavori di R. Di
Tucci, Relazioni commerciali fra Genova e il Levante dalla caduta di Chio al 1720, «La
Grande Genova», VIII (1929), pp. 1-22 e di O. Pastine, Genova e l’Impero ottomano nel
XVII secolo, «Atti della Società ligure di storia patria», LXXIII (1952).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)