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I dritti marittimi di Monaco e Villafranca tra XVI e XVIII secolo 77
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aucun dans la Méditerranée» . E anche se dall’altra parte non c’era
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nessuno che parlava «in tuono alto e risoluto» , ma solo amici o
parenti, una qualche forma di accordo si trovava: il carico della nave
catalana bloccata a Sanremo dalla fregata del dritto di Monaco nel
1552 fu alla fine restituito in forza del ricorso alla mediazione “privata”
di Giovanni Battista Grimaldi – suocero del principe Onorato – da parte
del governo genovese e di Francesco Spinola cognato dell’ambasciatore
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spagnolo in città, Figueroa . Ancora, a proposito di sconfinamenti
indebiti: un conto era farli verso ponente, un conto farli verso levante:
le istruzioni “segrete” per il capitano del bastimento armato di Villa-
franca (1753) disponevano il divieto di avvicinarsi a «porti, spiagge e
rade di Francia se non quando vi sarà dalla forza de venti costretto o
da altra precisa necessità come per farvi acqua o per pigliarvi, mediante
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pagamento, alcuna provigione indispensabile» .
La “dissimulazione” praticata dalle barche armate nei confronti delle
bandiere “forti” rischiava però di ledere ulteriormente le fragili basi
sulle quali poggiavano le rivendicazioni fiscali dei Savoia e dei Grimaldi;
e allora si decise di far cassa concedendo ad alcune potenze il «riscatto»
del dritto dietro pagamento di una somma concordata. Per la verità, i
francesi erano riusciti a sottrarsi al pagamento del tributo monegasco
fin dalla data di emanazione dell’editto di portofranco di Marsiglia nel
1669, anche approfittando della grossa influenza che i Borbone eserci-
tavano sull’enclave dei principi di origini genovese; e pare che gli inglesi
avessero cessato di pagare il dritto di Villafranca a partire dagli anni
della guerra di successione spagnola, quando strinsero alleanza con la
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casata sabauda . Ma formalmente i trattati in materia furono firmati
65 Appm, A41. La risposta venne data da patron Jean Martines di Gibilterra al capi-
tano del «sciabeck destiné à la conservation des droits» di Monaco che lo aveva raggiunto
il 17 aprile 1755 «entre le cap delle Melle et Lingueglia» (i soliti sconfinamenti).
66 Proprio ricorrendo a questo strumento – sosteneva il Supremo magistrato del com-
mercio di Napoli - «le nazioni del Nort più potenti in mare» avevano piegato le resistenze
di Savoia e Grimaldi (Adam, DV, m 005/1).
67 Appm, A39.
68 Adam, CN, 3B2.
69 Alla fine della guerra di successione al trono spagnolo, le principali potenze marit-
time del Nord Europa si erano di fatto liberate dell’obbligo di pagare il tributo ai principi
di Monaco: nell’istruzione rilasciata il 13 aprile 1715 a Carlo Luigi Prete di Mentone,
«capitano del pinco nominato San Giuseppe destinato alla guardia del dritto marittimo»,
si concedeva la possibilità di «correre, combattere e condurre, se sarà possibile, [a
Monaco] tutti i bastimenti che avranno frodato il detto dritto, eccettuati i francesi, inglesi
et ollandesi» (Appm, A39). La stessa disposizione verrà data al pegliese Andrea Porsino
nel 1718 (Appm, A41). Il 7 agosto 1725 il console francese a Genova riferiva di aver
saputo dai colleghi rappresentanti di Olanda e Inghilterra che i loro connazionali non
pagavano più il dritto di Villafranca (Anp, AE/B/III/405).
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)