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solo nel pieno Settecento, facendo da preludio all’abolizione in età rivo-
luzionaria: in particolare, quello tra il re di Sardegna e il re di Francia
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giunse nel dicembre 1753, al termine di una lunga serie di negoziati .
Nel 1785 seguì quello con la Danimarca; l’anno dopo fu la volta dei
Borbone di Napoli per la tutela dei «bastimenti delle due Sicilie».
Una cartina al tornasole per osservare i traffici commerciali nel
Mediterraneo
Oltre a restituire un meraviglioso spaccato delle pratiche marittime
dell’età preindustriale, la documentazione prodotta a fini fiscali dai
Savoia e dai Grimaldi permette di ricavare una moltitudine di informa-
zioni preziosissime sulle rotte, sui traffici, sugli operatori specializzati
del cabotaggio e della navigazione di lungo corso, tra Mediterraneo e
mari del Nord. Qualche anticipazione, nei richiami alle carte d’archivio
fatti fin qui per testimoniare del grado di conflitto provocato dai dritti,
è già stata fatta: la tradizionale lana spagnola per le manifatture fioren-
tine; il commercio dell’olio prodotto nel Mezzogiorno d’Italia per l’indu-
stria saponiera marsigliese ; la frequentazione della Sardegna da parte
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dei patroni della riviera genovese, finalizzata, tra l’altro, all’approvvigio-
namento del formaggio alla Francia mediterranea; i forti legami tra il
ceto mercantile ligure e quello provenzale (con partecipazione di ele-
menti di spicco di origine ebraica); il vino che dalle coste catalane rag-
giungeva Genova, rifornita solo parzialmente e in maniera non del tutto
soddisfacente dalle comunità periferiche del Dominio . In particolare,
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vista la posizione geografica delle due enclave, la fotografia più nitida
risulta quella scattata all’incessante andirivieni di imbarcazioni nello
70 Parecchia documentazione in merito in Anp, AE/B/III/405. Della firma della con-
venzione con il Regno Unito si trova traccia per la prima volta in un’istruzione al capitano
del bastimento armato di Villafranca del 1 marzo 1754 (Adam, CN, 3B2). In seguito alla
firma della convenzione del 1753, al guardacoste sabaudo restò un’unica prerogativa
nei riguardi delle imbarcazioni francesi, quella di chiedere il «ruolo dell’equipaggio» per
sincerarsi della nazionalità degli uomini a bordo.
71 Su questo tema, un saggio pionieristico era stato quello di B. Salvemini, M.A. Vis-
ceglia, Pour une histoire des rapports économiques entre Marseille et le sud de l’Italie au
e
XVIII et au début du XIX siècle, «Provence historique», 177 (1994), pp. 321-366.
e
72 Su quest’ultimo aspetto vedi P. Massa, Approvvigionamento e distribuzione control-
lata del vino: alcuni esempi nella Liguria dell’età moderna, in M. Da Passano, A. Mattone,
F. Mele, P.F. Simbula (a cura di), La vite e il vino. Storia e diritto (secoli XI-XIX), Carocci,
Roma, 2000, pp. 501-529; e ora anche P. Calcagno, L. Lo Basso, I Provvisori del vino della
Repubblica di Genova: una politica annonaria tra ricerca del profitto e finalità di controllo
territoriale (secc. XVI-XVIII), in A. Carassale, L. Lo Basso (a cura di), “In terra vineata”. La
vite e il vino in Liguria e nelle Alpi marittime dal Medioevo ai nostri giorni. Studi in memoria
di Giovanni Rebora, Philobiblon edizioni, Ventimiglia, 2014, pp. 243-259.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)