Page 84 - mediterranea 45
P. 84
Calcagno OK (saggi)_3 19/04/19 17:29 Pagina 81
I dritti marittimi di Monaco e Villafranca tra XVI e XVIII secolo 81
Abbiamo visto la nave di capitan Dotto di Prà, che di ritorno da Marsiglia
nel 1707 chiese un trattamento di favore direttamente ad Antonio Gri-
maldi; nonché quella di Carlo Domenico Barone, per la quale nel 1712
si scomodarono i governi di Genova e di Parigi. Ma nel 1707 la
Repubblica di Genova dovette gestire un caso spinoso, quello di Nicolò
Campanella – altro protagonista dello shipping genovese tra il XVII e il
XVIII secolo, avvezzo alle pratiche illecite 82 – che di ritorno da Londra
con la sua San Gaetano da 24.000 cantari diede fondo alla spiaggia di
Mentone e ripartì senza pagare il dritto di Monaco; e l’anno successivo
passò dei guai il capitano Francesco Maria Rapallo, che, bloccato a
Roccabruna al comando della sua nave Nostra Signora del Rosario e
Santa Chiara con 142 «mondini» di sale da trasportare a Genova, fu ri-
83
trovato in fallo «per contumacia d’altri suoi viaggi» .
Nel Mediterraneo “armato” del XVIII secolo, Nizza e Monaco sono
anche gli osservatori privilegiati per individuare in che modo le élite
armatoriali e mercantili sfruttarono i periodi di guerra per moltiplicare
i loro profitti. Visto che alla fine del 1704 i livornesi stavano organiz-
zando traffici di sale «et altri viveri» verso il Piemonte sabaudo, e che
da indiscrezioni le imbarcazioni che avrebbero effettuato il trasporto si
sarebbero recate lungo la riviera ligure o a Monaco, il conte di Pon-
tchartrain scrisse al principe Antonio per chiedergli il permesso di
84
affiancare le galee francesi al «brigantino» guardacoste . Le crisi belli-
che facevano la fortuna delle casse dei Savoia e dei Grimaldi, perché
l’aumento dei rischi per il naviglio francese generavano maggiori oppor-
tunità di lavoro per gli operatori liguri, “coperti” da una bandiera tra-
dizionalmente neutrale ma costretti a pagare nei due porti. Una
memoria sul dritto di Monaco del 1732 lo spiegava in maniera chiaris-
sima: «le produit du droit du port est beaucoup plus considerable en
temp de guerre qu’en temp de paix, par la raison que les batiments
françois qui jouissent de la franchise et qui font une grosse partie du
commerce presentement craignant pour les corsaires ennemis de la
France, ne trasportent plus les marchandises et denrées et les com-
merçants ne se servent dans ces occasions que de batiments genois
85
qui sont neutres, mais sujetés au droit de 2 pour cent» . E durante la
82 Cfr. L. Lo Basso, Pratiques, expériences et langages d’un capitaine de navire au
e
e
tournant des XVII et XVIII siècles, à travers l’autobiographie de Nicolò Campanella, in G.
Buti, L. Lo Basso, O. Raveux (a cura di), Entrepreneurs des mers. Capitaines et mariniers
e
e
du XVI au XIX siècles, Riveneuve éditions, Paris, 2017, pp. 115-138.
83 Appm, A39.
84 Ibidem. Le galee non avrebbero però potuto arrestare le imbarcazioni provenienti
dal Granducato di Toscana, «per non contravenire alla neutralità del di lui porto».
85 Appm, A41.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)