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698 Giovan Giuseppe Mellusi
In tal modo, a partire dai primi decenni del ’500, in sintonia con
quanto accadeva in altre zone a economia agro-pastorale dell’Isola ,
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anche a Rometta élites locali posero in essere tentativi di trattare la
foresta del monastero – e non soltanto quella – come proprietà “col-
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lettiva”, per poi operare tentativi di privatizzazione e trasformarla in
proprietà “borghese” .
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APPENDICE
I. Messina, 6 gennaio 1313, XI ind.
Guidotto d’Abbiate, arcivescovo di Messina, elegge come badessa del
monastero di Santa Chiara, sito in località Altavalle nel territorio di Mon-
talbano e Basicò, suor Grazia de Calatagirono, facendo salvo, per il fu-
turo, il diritto di elezione da parte del convento (Admt, Fondo Messina,
Legajo 198, fasc. 6, f. 1r (v. anche, ibidem, perg. 945 - SS).
Guidotus miseracione divina archiepiscopus messanensis univer-
sis presentes literas inspecturis salutem in domino Iesu Christo. Bone
rei dare consilium et presentis vite dare subsidium et eterne remune-
racionis expectare tenetur omnium. Ideoque rationabilis consilii te-
nore propensio Excellentissimus princeps Rex Fridericus Rex Trina-
a
clie et illustrissima inclita domina Alyanora Regina Sicilie consors eius
circa premissa excellentes devotissimas mentes suas actendentes
Martino); cc. 28r-33v (7 dicembre 1561, Accordo tra il monastero e i giurati di Rometta
relativo alla chiusura, ius pascendi e lignandi del bosco di Santo Leo); cc. 34r-37v (7
dicembre 1562, Accordo tra l’universitas di Rometta e il monastero circa il bosco di San
Leo e la baglia); cc. 40r-42v (19 novembre 1565, Lettere osservatoriali viceregie relative
alla chiusura e tutela del bosco di San Leo).
83 Si veda, ad esempio, il caso di Mistretta, altro grosso centro rurale (e anch’esso
demaniale) del Val Demone [F. Martino, Colligite fragmenta ne pereant I. Consuetudini
di Mistretta inedite, «Archivio Storico Messinese», 93 (2012), pp. 295-331: 302-304].
84 Da una supplica presentata nel 1554 al viceré, risulta che i giurati di Rometta, a
nome dell’universitas, avevano mosso lite contro Andrea Cottone, barone di Bauso (cen-
tro abitato situato a nord di Rometta, quasi sulla costa tirrenica) e detentore del feudo
di Rapano (piccolo casale posto a metà strada tra la cittadina e Bauso), per «fari declarari
li citatini et habitaturi di la dicta terra potiri libaramenti taglari ligna tanto vivi comu
morti in la baronia et li phey et bosco di Rapano et in quilli paxari loro animali omni
tempore liberi absque aliquo soluccione sine prohibicione et contradiccione» (Asp, Con-
servatoria di Registro, Mercedes, vol. 154, cc. 956r-957r n.s.).
85 Sulla particolare forma di proprietà ed uso della terra all’interno delle comunità
e/o dei comuni rurali e l’erosione dei beni comuni e degli usi civici, a partire dalla tarda
età moderna, v. P. Nanni, Comunità rurali e usi civici. Note storiche, in Gli usi civici oggi,
Atti della Giornata di Studio (Firenze, 30 giugno 2005), SEF-Accademia dei Georgofili,
Firenze, 2006, pp. 7-20 e bibl. ivi cit.
a segue Trinaclie depennato.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)