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144 Michele Colucci
della Fim-Cisl – da una parte la condanna per le condizioni di lavoro
di questi giovani arabi, ma anche il timore di un’«integrazione impos-
sibile» e di un clima di diffidenza che si stava diffondendo nei loro con-
fronti. Tuttavia era palese l’inevitabilità del loro arrivo, dovuto alla «ri-
chiesta di una manovalanza disposta al cottimo, a un orario di lavoro
che arrivava a 14 ore ogni giorno»: il loro obiettivo era lavorare il più
possibile per raggranellare soldi da mandare a casa e dunque accetta-
vano qualsiasi condizione di lavoro, anche non regolare . In una
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realtà sociale e politica come quella di Reggio Emilia, non mancarono
gesti di solidarietà, e se in un primo tempo gli enti amministrativi ter-
ritoriali (tra cui il comune) sottovalutarono il problema, sono da ricor-
dare le azioni volontarie di alcuni cittadini. Livia Menozzi Villa, ad
esempio, organizzò in città un centro di assistenza, adattando una
casa colonica di sua proprietà; dichiarava al giornalista che la intervi-
stava: «Diventerà un punto d'appoggio per chi arriva; non possiamo
continuare nell'incertezza, non possiamo consentire che i giardini
pubblici della città diventino il primo centro di smistamento per gli
egiziani che arrivano» . Il «Corriere della Sera» pubblicò nel 1979 una
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inchiesta a puntate, redatta dai giornalisti Renato Ferraro e Mino Vi-
gnolo, dedicata all’immigrazione straniera nelle varie città italiane, in
cui ben emergeva come gli stranieri svolgessero i lavori «rifiutati, pe-
santi e rischiosi» ; soprattutto, a loro avviso, la Questura non mo-
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strava ostilità nei confronti di coloro che svolgevano onestamente il
proprio lavoro, anche se arrivati clandestinamente in Italia, tanto è
vero che i fogli di via risultavano pochissimi .
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Nonostante gli atti di solidarietà e le scelte individuali, ciò che
emerge dalle pagine dei giornali è la preoccupazione che l’immigra-
zione straniera potesse acuire il disagio sociale e che gli stranieri, viste
le loro condizioni di vita e di sfruttamento sul luogo di lavoro, potes-
sero diventare elementi destabilizzanti di una società già particolar-
mente fragile . A fronte del problema, è poi da sottolineare la man-
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canza di alcun programma governativo di regolarizzazione degli immi-
grati ormai inseriti nelle attività produttive. Anzi, gli anni che vanno
dal 1978 al 1986 furono segnati da una confusa e contraddittoria al-
ternanza di circolari, disegni di legge, decreti governativi che anziché
35 Ivi.
36 Ivi.
37 R. Ferraro, M. Vignolo, Lavoro nero con visto turistico, «Corriere della Sera», 1°
agosto 1979.
38 R. Ferraro, M. Vignolo, Come sopravvivere da “negro” a Milano, «Corriere della
Sera», 20 agosto 1979.
39 Si vedano anche le inchieste pubblicate il 14 settembre 1981 sulla rivista «Pano-
rama» e il 27 febbraio 1983 su «L’Espresso».
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)