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                l’emigrazione copta si diresse pressoché esclusivamente verso l’Ame-
                rica  settentrionale  e  l’Europa,  e  in  particolare  l’Italia,  piuttosto  che
                verso i paesi mediorientali . Nel nostro paese la comunità copta orto-
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                dossa cominciò a organizzarsi dal 1971, anno in cui fu eletto papa
                Shenuda III, anche se solo dal 1984 si sentì l’esigenza di un ministero
                stabile, guidato dallo ieromonaco Beniamino El Baramusi, che aveva
                come centro la città di Milano.
                   La novità dell’immigrazione in Italia suscitò ovviamente interesse e
                dibattito nell’opinione pubblica e sui giornali, ma – come spesso accade
                – lo straniero e il diverso suscitarono anche sospetti e paure. Romano
                Prodi, docente di Economia presso l’Università di Bologna, esponente di
                spicco della cultura cattolico-democratica, in un articolo pubblicato nel
                1977 sul «Corriere della Sera», riferendosi in particolare alla presenza di
                egiziani, non mancò di enfatizzare il problema dell’immigrazione, sotto-
                lineando il crescere delle tensioni razziali che il fenomeno provocava,
                dovute anche alla concorrenza tra lavoratori stranieri e italiani, in un
                periodo di grave crisi economica e di disoccupazione giovanile.

                   L’Italia è stato l’unico paese dell’Occidente a dover gestire il proprio svi-
                luppo senza il determinante contributo di lavoratori stranieri. Detto in lin-
                guaggio più semplice l’Italia è stato l’unico paese dell’Occidente a mandare
                avanti una società industriale senza “negri” […]. Negli ultimi mesi è capitato
                invece qualcosa di nuovo. Nonostante le difficoltà economiche, nonostante la
                disoccupazione crescente, non si riesce a ricoprire con cittadini italiani un
                numero crescente di posti di lavoro manuale nell’industria dell’Italia del Nord.
                In Emilia sono arrivati i lavoratori arabi. Non sono venuti clandestini, ma solo
                dopo che le imprese non avevano potuto trovare manodopera italiana di nes-
                sun tipo passando per i regolari canali dell’assunzione di manodopera. A Reg-
                gio Emilia, ad esempio, sono già 115 i lavoratori arabi. Sono per la quasi tota-
                lità egiziani, lavorano circa per la metà nelle fonderie, per l’altra metà nel resto
                del settore metalmeccanico e solo poche unità fanno i braccianti in un’azienda
                agricola 32 .




                   31  Sul peso della diaspora copta negli Stati Uniti, e della sua azione di lobbying rispetto
                al governo del Cairo, cfr. E. Dickinson, Copts in Michigan, Michigan State University Press,
                East Lansing, 2008; B. Yefet, The Coptic diaspora and the status of the Coptic minority in
                Egypt, «Journal  of  Ethnic  and  Migration  Studies», 43,  7  (2017),  pp. 1205-1221.  Sulla
                presenza copta in Italia cfr.  i recenti saggi B. Nicolini, The Copts in Italy: Migration and
                Generosity, in L. Zanfrini (ed.), Migrants and Religion: Paths, Issues, and Lenses. A Multi-
                disciplinary and Multi-Sited Study on the Role of Religious Belongings in Migratory and In-
                tegration Processes, Brill, Leiden-Boston, 2020, pp. 589-596; C. Giuliani e C. Regalia, Re-
                ligious Belonging and (Forced) Migration: a Study on Migrant Coptic Families in Italy, ivi, pp.
                596-614; G.G. Valtolina, P. Barachetti, Religious Belonging and (Forced) Migration: a Study
                on Migrant Coptic Minors in Italy, ivi, pp. 615-637.
                   32  R. Prodi, L’Italia è diversa e mancano i negri, «Corriere della Sera», 19 agosto 1977.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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