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498 Giorgio Caravale
il rischio di parlare della stessa opera, cosa che peraltro avviene pro-
ficuamente in due o tre occasioni nelle pagine curate da Noto e Ci-
rillo .
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Tale scelta presenta due indiscutibili vantaggi. In primo luogo,
quello di discutere contributi storiograficamente rilevanti anche a di-
stanza di tempo dalla loro pubblicazione, mettendoli in prospettiva,
valutando cioè anche l’impatto profondo che hanno avuto nel loro
settore di studi. In secondo luogo, consente di illustrare al lettore
l’ampia varietà di temi e prospettive scelti e adottati da Musi nel corso
della sua carriera di studioso. Certo si tratta di uno scenario neces-
sariamente parziale. Uno scenario rispetto al quale rimangono in se-
condo piano molti aspetti della sua attività intellettuale: l’organizza-
tore di cultura, innanzitutto, con il corredo di convegni, progetti
scientifici e manifestazioni culturali messe in piedi negli anni; l’atti-
vità di collaborazione e anche di direzione di riviste scientifiche ; l’ap-
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passionato insegnante di storia ; l’attività di editorialista politico e
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collaboratore delle pagine culturali di quotidiani, l’attività propria-
mente politica e il suo ruolo di alto divulgatore della storia; o ancora,
più semplicemente, la sua amplissima produzione di saggi pubblicati
in riviste scientifiche e in volumi miscellanei, solo in parte confluiti
poi nelle monografie da lui pubblicate.
Non si poteva chiedere tutto a un solo volume. I temi sono tanti:
dalla questione del feudalesimo al ruolo dei viceré, dalla rivolta di
Masaniello alla più generale storia del Mezzogiorno nelle sue tante
declinazioni economiche, sociali, religiose, culturali, dalla storia della
storiografia al rapporto tra storia e psicanalisi, dallo studio della na-
zione dei vinti all’anti-spagnolismo, fino naturalmente all’impero
spagnolo presentato per la prima volta come un sistema poli-sinodale
che integra – e non assimila o colonizza – le sue componenti, in par-
ticolare i suoi vice-regni. Temi anche molto distanti tra loro che si
2 Vedi in particolare i saggi di F. Benigno e R. Cancila (in Ragioni e stagioni della
storia, rispettivamente alle pp. 173-179 e 181-187) intorno al volume di Musi, Il feuda-
lesimo nell’Europa moderna, Il Mulino, Bologna, 2007, oppure i saggi di A. De Francesco
e E. Di Rienzo (ibidem, rispettivamente alle pp. 277-283 e 285-294) riguardo al volume
di Musi, Mito e realtà della nazione napoletana, Guida editori, Napoli, 2016.
3 I due saggi di Carla Pedicino (Tra storiografia e storia: Aurelio Musi e «Nuova Rivista
Storica») e Claudia Pingaro (Dinamiche statuali, protagonisti, saperi nel Mezzogiorno mo-
derno: la «Rassegna Storica Salernitana») ne offrono un primo assaggio; cfr. ibidem, ri-
spettivamente alle pp. 313-318 e 319-326.
4 Di questo aspetto si ha un riflesso nelle pagine del volume attraverso il saggio di
Antonio Lerra (Le vie della modernità, una riflessione, ibidem, pp. 81-86) dedicato al
fortunato manuale di Musi.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)