Page 64 - 1
P. 64
332 Serena Di Nepi
riproposizione di cambi di nome, proprietari e città e che, proprio gra-
zie a questa narrazione, permetteva di riconoscere con certezza i sin-
goli intestatari. L’identificazione su base antropometrica, così essen-
ziale nella redazione delle liste degli schiavi e delle loro compravendite
in quanto oggetti privi di diritti, diventava marginale in questa sede e
stava alla sensibilità e/o alla curiosità di chi scriveva il testo stabilire
se e cosa includere nella registrazione finale. Il fatto che l’elemento
ricordato più di frequente fosse l’altezza conferma l’arbitrarietà di que-
sti ritratti: le qualificazioni giusta, bassa, alta con cui si misuravano
uomini e donne sembrano rispondere a criteri soggettivi, molto di-
stanti da qualunque requisito normativo .
53
Le giustificazioni, arrivate fino a noi esclusivamente per i tre casi
settecenteschi (14, 15, 16), permettono di ricostruire più in dettaglio
sia le biografie degli schiavi sia il meccanismo burocratico, sofferman-
dosi proprio su quel processo di montaggio linguistico e culturale della
differenza che qui interessa indagare. Per tutte queste manomissioni,
furono le fedi giurate a firma del rettore della Casa dei Catecumeni a
fornire l’elemento chiave per il successo della procedura. Per Francisus
(14), il 4 novembre 1700 era stato Crisante Cozzi in persona a impar-
tire il battesimo, su preciso ordine del S. Officio; anche questa descri-
zione lasciava in bianco il nome del padrone e, rispetto alla successiva
patente capitolina, si limitava ad aggiungere l’età (27 anni) e a segna-
lare l’interesse dell’Inquisizione Romana per la vicenda, senza però for-
nire ulteriori particolari su questo retroscena . L’8 marzo del 1701, lo
54
stesso prelato dichiarò di aver «avere esaminato nella materia della
dottrina cristiana Luigi Silva di color negro dal Portogallo di anni 40
presente schiavo de [Galimar Liu Purius] e lo trovo esser sufficiente-
mente istruito per poter vivere e morire da buon cristiano» . Quattro
55
anni dopo, Domenico Lionfero produsse documentazione della Casa
per attestare il battesimo ricevuto l’11 aprile del 1705 a s. Giovanni in
Laterano insieme a Iohannes Michael Nicolaus, suo compagno prima
di sventure sulle galere della Reverenda Camera Apostolica e poi di
libertà sul Campidoglio .
56
53 Di Nepi, I confini della salvezza cit.
54 Cred. 11, t. 006, cat. 0823, Giustificazioni per la libertà de’schiavi, 1700-1702, c.
143. Questo schiavo è tuttavia assente dall’elenco di W. Rudt De Collenberg (Le baptême
des musulmans esclaves à Rome aux XVIIe et XVIIIe siècles. II. Le XVIIIe siècle”, in ME-
FRIM 101, 2 (1989) pp. 519-670). Su Cozzi, Caffiero, Battesimi forzati, ad vocem.
55 Cred. 11, t. 006, cat. 0823, Giustificazioni per la libertà de’schiavi, 1700-1702, c.
306.
56 La giustificazione è in Cred. 11, t. 007, cat. 0824, Lettere diverse e giustificazioni
per la libertà degli schiavi battezzati, 1703-1710, c. 259. Per la restitutio, invece, Cred.
11, t. 24, cat. 0841, c. 172. Nessuno dei due risulta nell’elenco di W. Rudt de Collenberg
(Le baptême des musulmans cit.).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)