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Scrivere l’altro. Una ricerca in corso sulla costruzione delle differenze... 327
La città si raccontava e si presentava al mondo come modello di
redenzione universale e proprio per questo motivo si configurava come
spazio accogliente: a Roma si veniva per salvarsi e da Roma si lavorava
incessantemente per facilitare la salvezza degli eretici e degli infedeli.
Le ambizioni globali del cattolicesimo romano, che pure erano deboli
sul piano politico, trovavano incarnazione concreta nelle vie dell’urbe,
dove era possibile incontrare persone di ogni provenienza, ascoltare
lingue e suoni diversi e osservare costumi curiosi . Gli stranieri cat-
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tolici si muovevano alla luce del sole, tra le loro chiese nazionali e gli
spazi della diplomazia e della socialità. I cristiani eterodossi, che pure
non mancavano, mantenevano un atteggiamento cauto, senza attirare
l’attenzione e restando, come ovvio, poco riconoscibili . L’unica mino-
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ranza religiosa apertamente tale era quella ebraica, la cui presenza
organizzata e istituzionalizzata nell’Universitas era filtrata dalle mura
del ghetto, indicata dal segno sugli abiti e rientrava, comunque, pie-
namente nel progetto generale che Roma si ascriveva, almeno sulla
carta: gli ebrei erano là, visibili, in condizione marginale e in attesa
che intraprendessero con convinzione la strada verso il battesimo,
come veniva loro ricordato dall’incessante propaganda esercitata dalla
Casa dei Catecumeni, che incombeva sul serraglio dal vicino rione
Monti, e dalla predica settimanale del sabato . Questa pluralità con-
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naturava Roma e costringeva chi la abitava a sfiorare quotidianamente
soggetti altri per provenienza, condizione, abitudini e, anche, fisiono-
mia, in una trama di relazioni complesse e, di norma, programmatica-
mente asimmetriche tra chi era inserito nella maggioranza e come tale
riconosciuto e chi, invece, ne restava al di fuori.
Roma, 2019; A. Romano, Impressioni di Cina. Saperi europei e inglobamento del mondo
(secoli XVI-XVII), Viella, Roma, 2020; Un mondo di relazioni. Giovanni Botero e i saperi
nella Roma del Cinquecento, a cura di Elisa Andretta, Romain Descendre e Antonella
Romano, Roma, Viella, 2021.
24 Una presentazione generale in Venire a Roma, restare a Roma. Forestieri e stranieri
fra Quattro e Settecento, a cura di Sara Cabibbo e Alessandro Serra, Roma Tre University
Press, Roma, 2017. Sull’accoglienza di soggetti dubbi, cfr. il caso degli inglesi attenta-
mente ricostruito in I. Fosi, Convertire lo straniero. Forestieri e inquisizione a Roma in
età moderna, Viella, Roma, 2011.
25 Su cui, S. Villani, To be a foreigner in early modern Italy. Were there ghettos for
non-Catholic Christians?, in Global Reformations. Transforming Early Modern Religions,
Societies, and Cultures, edited by Nicholas Terprstra, Routledge, New York, 2019, pp.
115-133.
26 M. Caffiero, Battesimi forzati. Storie di ebrei, cristiani e convertiti nella Roma dei
papi, Viella, Roma, 2004; e ora, E. Michelson, Conversionary preaching and the Jews in
early modern Rome, in «Past and Present», vol. 235, no. 1 (2017), pp. 68-104; Ead.,
Resist, Refute, Redirect. Roman Jews Attend Conversionary Sermons, in A Companion to
Religious Minorities in Early Modern Rome cit. pp. 349-374; Ead., Catholic Spectacle and
Rome's Jews. Early Modern Conversion and Resistance, Princeton University Press, Prin-
ceton, 2022.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)