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336 Michele Maria Rabà
La parabola dell’uomo di guerra e di governo nativo di Malaga co-
nosciuto dalla storiografia modernista italiana come Rodrigo ‘d’Arzè’ –
forma italiana dello spagnolo ‘de Arce’ y Beltrán – appare senza dubbio
un caso emblematico di quell’incrocio d’interessi tra la monarchia spa-
gnola e la nobiltà iberica che produsse la straordinaria espansione
della sfera di influenza asburgica in Italia nella prima metà del Cin-
quecento, nonché il radicamento di una parte almeno di questa nobiltà
nei territori acquisiti dagli Austrias nella Penisola. Proprio il tentativo
di acquistare una stabile base di potere nel Bel Paese – un tentativo
fallito, probabilmente, ma tenacemente quanto intelligentemente per-
seguito, e soprattutto documentato – modellò la brillante carriera di
un nobile che aveva legato la propria fortuna a quella della dinastia, e
la cui sfera geografica di interessi progredì, si può dire, in parallelo con
i confini dell’impero.
Cresciuto nella casa paterna a Malaga, a fianco di quella che sino
alla conquista cristiana era stata una delle moschee della città – e figlio
di una nobildonna di origini converse, cresciuta a sua volta in una
sinagoga concessa ai genitori quale abitazione –, Rodrigo de Arce y
Beltrán nacque, visse e morì da nobile di frontiera, rampollo di un
casato di frontiera, protagonista della conquista e della repoblación
dell’Andalusia .
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Ufficiale di alto rango, si mostrò capace di trarre considerevoli
vantaggi personali da quella vistosa polarizzazione di antichi con-
flitti locali nella competizione politico-militare tra Asburgo e Valois,
prima, e tra protestanti e cattolici, poi, che nei decenni centrali del
Cinquecento pose ulteriore rilievo sulla natura geograficamente di-
sconnessa dei domini degli Austrias in Europa, separati tra loro dal
Regno di Francia, dalla Terraferma veneta, dalla Confederazione el-
vetica, dagli Stati papali e dal mare. Fu dunque un nobile di fron-
tiera in una monarchia delle frontiere, che fondava la propria coe-
sione e coerenza interna sulla fedeltà di agenti qualificati , capaci
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di connettere efficacemente centri di potere lontani tra loro, inte-
grandoli in un sistema imperiale .
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1 M.T. López Beltrán, Familia, mujeres y repoblación en el Reino de Granada, in M. I.
del Val Valdivieso, J. F. Jiménez Alcázar (eds.), Las mujeres en la Edad Media, Sociedad
Española de Estudios Medievales - Editum, Murcia - Lorca, 2013, pp. 115-144: 127.
2 V. Favarò, Pratiche negoziali e reti di potere. Carmine Nicola Caracciolo tra Europa e
America (1694-1725), Rubbettino, Soveria Mannelli, 2019; L. Scalisi, Da Palermo a Co-
lonia. Carlo Aragona Tagliavia e la questione delle Fiandre (1577-1580), Viella, Roma,
2019.
3 P. Cardim, T. Herzog, J. J. Ruiz Ibañez, G. Sabatini, Introduction, in P. Cardim, T.
Herzog, J. J. Ruiz Ibañez, G. Sabatini (eds.), Polycentric Monarchies: How Did Early
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)