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Sulle tracce delle principesse migranti. Un dossier siciliano 671
impresa troppo vasta per un articolo, ma spero che gli esempi qui
indicati possano stimolare ulteriori ricerche su temi ancora per
tanti versi inesplorati.
2. Gli Altavilla verso la corona. Macalda, Olimpia, Emma, Maximilla,
Adelasia e le altre
Nel caso del Regno di Sicilia la politica matrimoniale è stata stru-
mento di sopravvivenza per la fragile monarchia creata dagli Altavilla:
fin dalla prima generazione dei conquistatori del Regno, e fin dai ma-
trimoni dei fondatori della dinastia, Roberto il Guiscardo e il gran
conte Ruggero, che dall’iniziale esigenza di rafforzare i rapporti con la
terra d’origine (matrimonio con Alberada per il Guiscardo e primi due
matrimoni per Ruggero) passano a matrimoni che favoriscono il radi-
camento (matrimonio con la longobarda Sicilgaita per Roberto) o la
ripopolazione latina (Adelasia del Vasto per il gran conte).
Sia i due matrimoni del Guiscardo che i tre matrimoni del gran
conte furono molto prolifici, e quelli delle loro figlie disegnano una rete
che si allarga sul Mediterraneo e sull’Europa: la recente presenza dei
Normanni nell’Italia meridionale rendeva infatti consigliabile cercare
di stabilire un legame con gli Altavilla.
Di queste “principesse migranti” si sa ben poco, a volte neppure il
nome. Ma è ben nota la vicenda matrimoniale di una delle figlie del
Guiscardo, Mafalda, o, alla siciliana, Macalda, che però non può es-
sere certo annoverata tra le principesse migranti, perché la sua storia
non è quella di un fallimento ma si colloca alla radice di un incipiente
trionfo. Dopo la morte del marito, il conte di Barcellona Ramon Beren-
guer II, assassinato pochi giorni dopo la nascita del suo primogenito,
Macalda si trovò in una situazione molto difficile, con il problema della
tutela del suo unico figlio e gravi difficoltà economiche; fece di tutto
per salvaguardare i diritti del figlio, insidiati dallo zio, su cui tra l’altro
gravava il sospetto di complicità nell’assassinio del fratello . Risposata
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con Aimeric de Narbonne, madre di altri quattro figli, dopo la morte
del secondo marito finì i suoi giorni nel monastero di San Daniele, a
Gerona, dove tra l’altro si conserva una piccola pergamena con una
4 M. Aurell, Du nouveau sur les comtesses catalanes, «Annales du Midi», 109 (1997),
pp. 357-380, che riprende e completa precedenti lavori dello stesso studioso.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)