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                sue pretese . Il progetto delle nozze viene attribuito dalle fonti a Gre-
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                gorio  VII  e  a  Matilde  di  Canossa,  che  fomentavano  la  ribellione  di
                Corrado contro il padre : il matrimonio sarebbe stato un matrimonio
                                       11
                bianco, perché Corrado, vir catholicus et apostolice sedis subiectissi-
                mus, aveva fatto voto di castità (celibatus pudorem perpetuo serbare
                proposuerat), e aveva accettato il matrimonio con la piccola Altavilla
                (parvula, la definisce Bernoldo) solo in base alle pressioni dei suoi,
                ma senza consumarlo. Un altro cronista, più tardo, Ekkeardo d’Aura,
                dice che dopo la morte del marito la piccola principessa sposò Bal-
                dovino,  re  di  Gerusalemme,  sovrapponendo  alla  sua  storia  quella
                della madre, Adelaide del Vasto, la più celebre delle principesse mi-
                granti , mentre altre fonti ne fanno la moglie di un Aldobrandeschi.
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                Ipotesi, quest’ultima, non inverosimile, visto che le nozze con Cor-
                rado erano state celebrate a Pisa: dopo la morte del suo casto sposo,
                morto di veleno secondo Bernoldo, la giovanissima vedova potrebbe
                essere rimasta in Toscana, sotto l’ala della contessa Matilde, e avere
                contratto un secondo matrimonio con uno degli Aldobrandeschi che
                in quel momento avevano «un orientamento di massima al fianco del
                partito gregoriano»  . In un documento del 1121 Ildebrandino VI Al-
                                   13
                dobrandeschi risulta sposato con una Mazzimilla o Maximilla, figlia
                del conte Ruggero, identificato da Collavini in via del tutto ipotetica
                con un conte Guidi : ma due Maximilla figlie di due diversi conte
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                Ruggero nella stessa area geografica e politica sono una coincidenza
                difficile da accettare. Di nuovo vedova dopo la morte di Ildebrandino
                nel 1126, senza figli, Maximilla potrebbe essere tornata in patria (i
                documenti citati dalla Falkenhausen vanno dal 1130 al 1138) dedi-
                candosi alle sue terre, probabile parte della sua dote.
                   Con questo matrimonio nasce il mito storiografico delle doti sici-
                liane: colei che poteva diventare imperatrice è dotata di inaudita pecu-
                nia per Bernoldo, e di multis thesaurorum exeniis per Malaterra. Un
                mito originato dalla diversità culturale delle doti siciliane, e che rag-
                giungerà l’apice nel globo d’oro sulla nave che portava in Oriente Ade-
                lasia del Vasto, nello spettacolare corteo nuziale di Costanza d’Altavilla



                   10  Riprendo le parole di Vera von Falkenhausen nell’articolo citato, Ivi, p. 363.
                   11  Oltre a Malaterra, parlano del matrimonio Bernoldo di Costanza e l’Annalista sas-
                sone (Annalista Saxo): Monumenta Germaniae historica, Scriptores (da ora in poi MGH,
                SS), V, p. 463; Ivi, VI, pp. 731 sg.
                   12  Ivi, VI, p. 266.
                   13  S. Collavini, “Honorabilis domus et spetiosissimus comitatus”. Gli Aldobrandeschi
                da “conti” a “principi territoriali” (secoli IX-XIII), ETS, Pisa, 1998, p. 119.
                   14  Ivi, pp. 114 sg, 160.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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