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238 Patrizia Sardina
in qualche caso, con preoccupata insistenza». Anche le scelte delle ve-
dove furono fortemente condizionate dalle prediche dei Mendicanti,
guide influenti che fornivano insegnamenti morali e additavano mo-
delli di comportamento . Nel Duecento, i Predicatori raccomandavano
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alle vedove di non risposarsi, di meditare sulle scritture con l’aiuto di
una guida spirituale, di pregare e di rinunziare ad abiti lussuosi e
gioielli . Il domenicano Umberto de Romans e il francescano Gilberto
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de Tournai classificarono e indottrinarono le donne in base al loro sta-
tus, ma raccomandarono a tutte di evitare abiti e ornamenti sfarzosi.
Dure e sferzanti furono le parole rivolte alle vedove anziane, «che si
ingegnavano a ritoccare la faccia con la stessa cura e perizia con la
quale il pittore si applica a dipingere un quadro» . Per Gilberto, la con-
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tinenza vedovile era superiore alla copulazione coniugale, inferiore
all’integrità verginale, ma le vedove si potevano risposare per evitare
la fornicazione. Inoltre, distinse le vere vedove, premurose verso il
prossimo, devote a Dio, capaci di vincere il peccato e degne di essere
additate ad esempio, da quelle false che erano lussuriose, curiose e
oziose. Le vedove dovevano nutrire ed educare figli e nipoti, se non
avevano figli i parenti e i poveri .
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Per Iacopo da Varazze una parte del corpo della vedova era già pas-
sata nell’aldilà, perché formava un'unica carne con il marito, ed erano
ammirevoli le vedove continenti che, morte a metà, evitavano il peccato
della carne «auquel elles ne seraient plus soumises». Due secoli dopo,
Bernardino da Siena – nelle cui prediche i lemmi donna/donne/don-
nicciole ricorrono 28 volte, vedova/vedove/vetule 22 – esortò le ve-
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dove a diventare «semi-masculines», introiettando la metà maschile
della coppia, a comportarsi da uomini e suggerì di effettuare una tran-
sizione di genere, esaltando la metà maschile assunta dopo la morte
del marito . L’idea che le vedove dovessero ricorrere alla parte maschile
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della loro personalità, per gestire il potere, non era una novità. Nel
Duecento, Matteo Paris aveva elogiato Bianca di Castiglia, rimasta ve-
dova quando l’erede al trono Luigi IX aveva 12 anni, l’aveva definita
«sexu femina consilio mascula» e aveva affermato che «regni Francorum
2 C. Casagrande, La donna custodita, in C. Klapisch-Zuber (a cura di), Storia delle
donne. Il Medievo, Laterza, Roma-Bari, 1994, pp. 88-89.
3 G. Duby, I peccati delle donne, Laterza, Roma-Bari, 1997, pp. 73-76.
4 M.G. Muzzarelli, Gli inganni delle apparenze, Paravia, Torino, 1996, pp. 157-158
5 C. Casagrande (a cura di), Prediche alle donne del secolo XIII, Bompiani, Milano,
1978, pp. 97-105.
6 L. Gaffuri, Identità di “genere e predicazione medievale: risultati e prospettive di un
dibattito italiano, «Mediaeval Sophia», 24 (gennaio-dicembre 2022), p. 123.
7 C. Maillet, Transition de genre dans la Legenda aurea, les Sermones et la Chronica
Civitatis Ianuensis de Jacques de Voragine, «Mediaeval Sophia», 24 (gennaio-dicembre
2022), pp. 133-134.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)