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446 Recensioni e Schede
prie ed azzerare, o comunque ridi- proprio ruolo di fonte suprema
mensionare, la rilevanza dello scalo dell’autorità e di mediatore nelle di-
genovese. In base ai rapporti di alcuni spute tra i propri vassalli (le città, i
consiglieri di re Filippo, infatti, una conti ed i principi dell’impero): un
volta opportunamente attrezzato, il ruolo di cui peraltro re Filippo – sulla
porto naturale finalese di Varigotti cui attitudine l’autore si sofferma in
avrebbe potuto fruttare 200.000 modo articolato, restituendola quale
scudi di entrata annuale, imponendo frutto di istanze politico-strategiche,
un modesto dazio sul valore delle ma anche di quell’universo mentale
merci sbarcate (appena il 5%). Non a e valoriale che marcava la cultura
caso, tiene a ricordare Edelmayer, politica di Carlo V, ereditata dai suoi
l’occupazione di Finale da parte del successori assieme alle rispettive di-
governatore di Milano, Gabriel de la gnità – era portato a riconoscere l’im-
Cueva y Girón, duca di Albuquerque portanza, quale garanzia degli as-
(aprile 1571), fu seguita da una setti europei ed italiani, e dunque
estesa ed approfondita ricognizione della coerenza interna e credibilità di
del sito da parte dell’ingegnere mili- una monarchia policentrica quale
tare Giorgio Paleari Fratino. quella spagnola. E ciò anche se, o
L’acquisto di un feudo certa- forse proprio perché, tale ruolo costi-
mente appetibile per la Spagna – e tuiva un vincolo capace di condizio-
per le élite milanesi, le quali espri- nare la politica spagnola in tutti i
mevano una vocazione all’espan- territori giuridicamente ricompresi
sione che la politica madrilena por- nel Sacro Romano impero, le cosid-
tava a sintesi sul piano globale con dette Bruchzonen, zone di divisione,
le istanze espresse dagli altri centri che andavano dai Paesi Bassi allo
di potere della monarchia – trovò Stato di Milano: negli stessi anni in
però un ostacolo nella volontà impe- cui si consumava la prima fase della
riale di preservare la stessa ragion crisi finalese, il re di Spagna doveva
d’essere della propria autorità sul ottenere l’autorizzazione del ramo
Regno italico, tutelando gli interessi austriaco per procedere contro i pro-
dei Del Carretto, almeno sino a pri vassalli fiamminghi ribelli. Suc-
quando questi si rifiutarono di ven- cessivamente una dieta convocata a
dere il proprio feudo agli Austrias. Se Colonia dall’imperatore Rodolfo II
la sovranità viennese sul Regno ita- per addivenire ad un compromesso
lico trovava un limite nella man- tra i rivoltosi e la Corona spagnola
canza di una base effettiva di potere (1578) adombrava l’intento del so-
su un territorio vasto, in cui si inter- vrano di offrire una mediazione tanto
secavano le autorità reali di soggetti autorevole, quanto funzionale ad ac-
militarmente ed economicamente ri- quistare spazi concreti di influenza
levanti, l’egemonia di Flippo II, cor- nelle Fiandre, in parallelo con la ben
roborata dal possesso di una base ir- più spregiudicata iniziativa del fra-
rinunciabile per rilevanza strategica tello, l’arciduca Mattia, spintosi ad
e prestigio politico, trovava un limite accettare l’offerta di alcuni nobili
nel buon diritto dell’imperatore, ol- cattolici di sostituire don Giovanni
tretutto suo parente, di esercitare il d’Austria nel governo della regione 3 .
3 Lina Scalisi, Da Palermo a Colonia. Carlo Aragona Tagliavia e la questione delle
Fiandre (1577-1580), Viella, Roma, 2019.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)