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Recensioni e Schede 445
dell’allineamento filo-asburgico di concreto, il feudo dei Del Carretto
Genova e dunque della continuità rappresentava una comoda alterna-
della rotta mediterranea che univa il tiva a Genova quale porto di sbarco
litorale spagnolo ai regni di Napoli e di truppe e materiali destinati al con-
di Sicilia –, amplificata dalla rivolta flitto contro i ribelli fiamminghi at-
dei Paesi Bassi e dalla guerra contro traverso la cosiddetta ‘via spagnola’,
le Province unite, e la fisionomia geo- che dal Mediterraneo, attraverso Mi-
grafica della Lombardia, potenzial- lano, i passi alpini e la Franca Con-
mente esposta agli attacchi prove- tea, congiungeva la Penisola iberica
nienti dalla Francia, dalla Confedera- alle Fiandre spagnole.
zione elvetica, dal papato, dai ducati Accanto ai vantaggi militari e stra-
padani e infine dagli stessi possedi- tegici, sottolinea Edelmayer, le mire di
menti asburgici austriaci, avevano in- Filippo II su Finale trovano un’ulte-
coraggiato sin dagli anni ’40 e ’50 del riore spiegazione nella progressiva ter-
Cinquecento progetti espansionistici ziarizzazione dell’economia italiana a
lungo varie direttrici, finalizzati alla partire dalla seconda metà del Cinque-
ricostituzione dell’antico dominio vi- cento. A fronte della concorrenza olan-
sconteo-sforzesco. dese, inglese e francese nella produ-
Progetti cari, ad esempio, a Fer- zione manifatturiera, le risorse finan-
rante Gonzaga, uno degli ultimi go- ziarie dei potentati della Penisola an-
vernatori italiani dello Stato di Mi- davano poggiandosi sempre di più
lano sotto la dominazione asburgica sulla capacità di attrarre flussi com-
(1546-1554), non propriamente ac- merciali movimentati da mercanti ita-
cantonati ma ripresi con modalità liani e stranieri e quindi di garantirsi
differenti – e qui sta uno dei temi più posizioni strategiche negli scambi via
significativi sviluppati dal volume – mare, investendo nell’ampliamento
con la successione di Filippo. Come degli arsenali ed offrendo agevolazioni
ha osservato Antonio Alvárez Osso- e franchigie. Agli anni ’60 del Cinque-
rio Alvariño 2 , il nuovo duca era poco cento, non a caso, risale la riforma
interessato, a differenza del Gonzaga dell’ordinamento doganale di Livorno
e dello stesso Carlo V, ad ampliare i (1565) approvata dall’allora duca di Fi-
confini dello Stato di Milano conqui- renze Cosimo I, premessa della crea-
stando con la forza delle armi posi- zione, nel secolo successivo, del porto
zioni in Italia settentrionale – sulle franco destinato a costituire un mo-
quali, vista la mancata successione dello per iniziative similari in Italia e
alla dignità imperiale, non avrebbe nel resto d’Europa. Di qui i tentativi
potuto esercitare una sovranità della Repubblica di San Giorgio di ap-
piena –, ma tentò piuttosto di raffor- propriarsi di Finale, prima, e più tardi
zare le difese e di tutelare l’autono- di impedire l’acquisto della terra da
mia del potere asburgico dalle oscil- parte di un principe potente – fosse il
lazioni dei propri alleati, inclusa Ge- re di Spagna, l’imperatore, il re di
nova, creando attorno al suo princi- Francia, il duca di Savoia o il granduca
pale centro di potere nell’area una di Firenze –, che avrebbe potuto imple-
rete di feudi da esso dipendenti. In mentare il porto grazie a risorse pro-
2 A. Alvárez Ossorio Alvariño, Milán y el legado de Felipe II. Gobernadores y corte
provincial en la Lombardía de los Austrias, Sociedad Estatal para la Conmemoración de
los Centenarios de Felipe II y Carlos V, Madrid, 2001, pp. 48-49.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)