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502 Ignacio Rodulfo Hazen
so ambito» raggiunto negli anni di Filippo II . Le cronache e gli atlanti
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erano diventati più che mai necessari per farsi un’idea del mondo, so-
prattutto delle sue parti più lontane. Oltre all’esperienza diretta di spa-
gnoli e portoghesi, la stampa fu lo strumento fondamentale per met-
tere in comunicazione l’America e l’Europa nei primi secoli del grande
incontro: ecco perché il ruolo dell’Italia nei rapporti transoceanici è
stato misurato anzitutto dai suoi centri d’attività editoriale. Il primo fu
quello degli umanisti e gli scienziati che seguirono con straordinario
interesse l’età delle scoperte. Poi venne il ruolo della stampa vene-
ziana, incoraggiata dagli interessi marittimi della Serenissima; e in-
fine, Roma, che divenne un crocevia di lingue e notizie per il suo do-
minio effettivo sulle anime da convertire .
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Ciò non equivale a dire che l’elenco delle pubblicazioni sulle navi-
gazioni e i planisferi riesca a cogliere del tutto i rapporti tra il Nuovo
Mondo e il vecchio. È stata sovente trascurata la vocazione oltrema-
rina del Regno di Napoli, che, pur non avendo avuto il primato dei
torchi, fece parte della stessa Monarchia che includeva i territori ame-
ricani: con quasi esatta contemporaneità, gli stendardi dei Re Cattolici
arrivarono a Napoli e nelle Antille. I rapporti politici tra i Viceregni non
ci interessano come meri fatti, ma come una possibilità ancora poco
studiata di comunicazione di persone, notizie e idee . Lo studio di que-
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sti legami comporta tra l’altro un ampliamento delle fonti considerate
finora, così da completare le testimonianze scritte nel quadro più vi-
vace della storia, dove non ci fu solo la gestione politica, l’interesse
1 G. C. Capaccio, Il Forastiero, Per Gio. Domenico Roncagliolo, Napoli, p. 316.
2 Su questi tre centri italiani si veda A. Prosperi, W. Reinhard (a cura di), Il
Nuovo Mondo nella coscienza italiana e tedesca, Il Mulino, Bologna, 1982; ancora
molto presenti nel più recente volume: E. Hodorowich, L. Markey (a cura di), The
New World in Early Modern Italy, 1492-1750, Cambridge Universiry Press, Cam-
bridge, 2017 e in A. Romano, Impressioni di Cina. Saperi europei e inglobamento
del mondo (secoli XVI-XVIII), Viella, Roma, 2020, pp. 29 sgg.
3 Si veda, in generale S. Gruzinski, Las cuatro partes del mundo, Fondo de Cultura
Económica, Ciudad de México, 2010. Per il caso dell’Italia meridionale si veda G. B.
de Cesare (a cura di), Il Nuovo Mondo tra Storia e invenzione. L’Italia e Napoli, Bulzoni,
Roma, 1990; e più recentemente J. Slater, J. Pardo Tomás, M. López Terrada, Intro-
ducción in Medical cultures of the Early Modern Spanish Empire, Farnham / Burling-
ton, Ashgate, 2014, pp. 1-17; Mackenzie Cooley, Southern Italy and the New World
in the age of encounters, in E. Hodorowich, L. Markey (a cura di), The New World in
Early Modern Italy cit., pp. 169-189 e S. Brevaglieri, Natural desiderio di sapere.
Roma barocca fra vecchi e nuovi mondi, Viella, Roma; Cfr. G. Marcocci, L’Italia nella
prima età globale (ca. 1300-1700), «Storica», 60 (2014), pp. 7-50. Questo tipo di le-
gami tra l’Italia, la Spagna e l’America potrebbero rintracciarsi anche in altri stati
regionali italiani, come la Lombardia spagnola. Si veda per esempio il rapporto tra
Federico Borromeo e il gesuita spagnolo Diego de Torres in A. Albonico, El cardenal
Federico Borromeo y los piadosos intentos religiosos lombardos, in A. Albonico, G.
Rosoli (a cura di), Italia y América, Editorial Mapfre, Madrid, 1995, p. 57.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)