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Echi del nuovo mondo nelle biblioteche napoletane tra i secoli XVI e XVII   505


                    antiquario e fortemente legato alla tradizione partenopea, affiorava l’at-
                    tenzione umanistica alle scoperte geografiche, tipicamente sussidiaria e
                    costretta dai modelli classici. Non sembra casuale che in quelle prime
                    decadi delle navigazioni transatlantiche Giordano possedesse ben sei
                    libri dedicati alla «sfera»: uno manoscritto, quattro edizioni del Sacrobo-
                    sco, e la «Sfera de lo Mundo» . A queste opere bisognerebbe aggiun-
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                    gerne altre che, sulla base dell’immagine tradizionale del mondo, pre-
                    sero man mano in considerazione i territori americani: due edizioni della
                    geografia di Tolomeo, un’altra del Glareano e la «descrittion de tutta la
                    Italia» di fra Leonardo Alberti .
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                       Il contatto con il Nuovo Mondo comparve anche nei libri di medicina
                    e farmacopea, per i quali il Giordano, come altri togati, si incuriosì ab-
                    bastanza. Spiccano tra gli scaffali il trattato di Fracastoro sul «morbo
                    gallico», nel quale si nomina il benefico guaiaco, e le opere di Bartolomeo
                    Maranta, uno dei più grandi studiosi dei «semplici», che lavorò sulla
                    base dell’osservazione diretta delle nuove piante . I medici napoletani
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                    ne conoscevano già da qualche decade gli usi terapeutici : le stesse
                                                                             15
                    opere di Fracastoro e Maranta vengono elencate nella biblioteca del dot-
                    tore in medicina Giovan Girolamo da Nola, nel 1570 . Ma è ancora nello
                                                                     16
                    studio del Giordano che troviamo alcuni oggetti molto singolari:

                       Una preta de ligno in quarto piccola intagliata de stampare simplici.
                       Molti coppitielli pieni de varie semente et de molte radiche et altre semente
                    et anco certe prete de zonfo et focile. 17



                    Napoli Federico II, 2012) e c’è un frammento edito da Giuseppe Maria Fusco: G. M.
                    Fusco,  Frammento  inedito  di  uno  scrittore  napolitano  del  secolo  XVI  intorno  alle
                    grotte incavate nel promontorio di Posilipo, Tipografia di Raffaele Miranda, Napoli,
                    1841. Sulle altre opere del Giordano si veda N. Toppi, Biblioteca napoletana, Presso
                    Antonio  Bulifon,  In  Napoli,  1678,  p.  79.  Cfr.  DBI,  ad  vocem,  https://www.trec
                    cani.it/enciclopedia/fabio-giordano_%28Dizionario-Biografico%29/.
                       12  Molto probabilmente l’opera d’Alessandro Piccolomini.
                       13  Sappiamo che una delle quattro edizioni a stampa del Sacrobosco (Asn, No-
                    taio Fabrizio Bassi (sch. 141), B. 52, c. 253 v.) era quella tradotta da Mauro Fio-
                    rentino. Cfr. C. Vivanti, Gli umanisti e le scoperte geografiche, in A. Prosperi, W.
                    Reinhard (a cura di), Il novo mondo cit., p. 329.
                       14  Asn, Notaio Fabrizio Bassi (sch. 141), B. 52, c. 254 v. Le opere identificabili del
                    Maranta nell’inventario sono il Methodi congnoscendorum simplicium, e il De Acquae
                    Neapoli. Si veda E. Stendardo, Ferrante Imperato. Collezionismo e studio della natura a
                    Napoli tra Cinque e Seicento, Accademia Pontaniana, Napoli, 2001, p. 25 sgg.
                       15  E. Novi Chavarria, Accogliere e curare. Ospedali e culture delle nazioni nella
                    Monarchia ispanica (sec. XVI-XVII), Viella, Roma, 2020, p. 190.
                       16  Questo medico era probabilmente legato al famoso Giovan Andrea de Nola.
                    La biblioteca era di stile umanistico ma aveva anche l’opera del Telesio. Asn, Fa-
                    brizio Bassi (sch. 141), B. 52, c. 17 r.
                       17  Asn, Notaio Fabrizio Bassi (sch. 141), B. 52, cc. 257 v. e 258 r.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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