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506 Ignacio Rodulfo Hazen
Sembra dunque probabile che l’avvocato s’interessasse alla bota-
nica – conservava anche il Pomarium di Giovan Battista della Porta –,
e chissà se si trovava tra i gentiluomini napoletani che coltivarono
delle piante insolite proprio negli anni in cui operò Ferrante Imperato,
e fra gli altri membri del circolo napoletano dei Lincei .
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Gli accenni ai territori e alle piante nelle pagine dei libri dimostrano
un interesse intellettuale e pratico per i territori d’oltremare. Le cartine
e i mappamondi che decorarono diversi palazzi costituiscono invece
un segno più silenzioso, ma forse più profondo dell’impatto delle sco-
perte sulla percezione della storia e del mondo. Il famoso giureconsulto
Giovanni Francesco de Ponte, marchese di Morcone , aveva nella sua
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casa due mappamondi che poi donò ai padri teatini quando entrò nel
loro ordine, nei primi anni del Seicento:
due palle del mondo terreste et celeste, co i loro piedi, l’una celeste di rame,
ed ottone con il piede di bronzo, et l’altra terrestre di cartone con il piede di
legno lavorato 20 .
Queste «palle» facevano parte dello studio di libri, dove le novità
convivevano ancora una volta con l’antichità – c’era per esempio la
geografia di Strabone, e addirittura una collezione di «vasi antichi» –,
con tanti volumi di teologia e del rinnovamento cattolico cinquecen-
tesco. L’unico libro che accennava al Nuovo Mondo non proveniva
dalla stagione umanistica italiana, ma dalla Spagna: la «Histor[ia] de
Spagna» di Juan de Mariana, che arrivava fino agli anni di Cristoforo
Colombo .
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L’interesse scientifico per le piante esotiche rimane il tratto più ori-
ginale tra i togati del Cinquecento napoletano cui abbiamo accennato
finora; del resto, essi ci appaiono immersi nei saperi dell’Umanesimo.
Nella seconda metà del secolo, però, ci fu anche un gruppo di civili più
inclini alle correnti storiche moderne. Il dottore Giulio Cesare Torelli
morì anche lui all’inizio del Seicento e appartenne probabilmente alla
stessa generazione del Giordano e di De Ponte, ma la sua ricca biblio-
teca offriva un panorama tutto diverso. Il latino, ancora molto pre-
18 A. Ciarallo, Le scienze botaniche a Napoli tra ‘500 e ‘700, in M. Bosse, A. Stoll
(a cura di), Napoli Viceregno Spagnolo. Una capitale della cultura alle origini dell’Eu-
ropa Moderna, Vivarium, Napoli, 2001, pp. 293-310.
19 Sull’opera giuridica del de Ponte: V. I. Comparato, Uffici e società a Napoli
(1600-1647), Leo S. Olschki Editore, Firenze, pp. 261 sgg.
20 Asn Not. Francesco Antonio Gauditano (sch. 103), c. 26 v. Sui quadri dell’in-
ventario si veda G. Labrot Italian inventories: collections of paintings in Naples,
1600-1780, Saur, Monaco di Baviera/Londra, pp. 49 sgg.
21 Asn Not. Francesco Antonio Gauditano (sch. 103), c. 27 v. Non sappiamo se
la Storia di Mariana era nell’edizione latina o in quella spagnola.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)