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                   Sembra dunque probabile che l’avvocato s’interessasse alla bota-
                nica – conservava anche il Pomarium di Giovan Battista della Porta –,
                e  chissà  se  si  trovava  tra  i  gentiluomini  napoletani  che  coltivarono
                delle piante insolite proprio negli anni in cui operò Ferrante Imperato,
                e fra gli altri membri del circolo napoletano dei Lincei .
                                                                    18
                   Gli accenni ai territori e alle piante nelle pagine dei libri dimostrano
                un interesse intellettuale e pratico per i territori d’oltremare. Le cartine
                e i mappamondi che decorarono diversi palazzi costituiscono invece
                un segno più silenzioso, ma forse più profondo dell’impatto delle sco-
                perte sulla percezione della storia e del mondo. Il famoso giureconsulto
                Giovanni Francesco de Ponte, marchese di Morcone , aveva nella sua
                                                                  19
                casa due mappamondi che poi donò ai padri teatini quando entrò nel
                loro ordine, nei primi anni del Seicento:

                   due palle del mondo terreste et celeste, co i loro piedi, l’una celeste di rame,
                ed ottone con il piede di bronzo, et l’altra terrestre di cartone con il piede di
                legno lavorato 20 .

                   Queste «palle» facevano parte dello studio di libri, dove le novità
                convivevano ancora una volta con l’antichità – c’era per esempio la
                geografia di Strabone, e addirittura una collezione di «vasi antichi» –,
                con tanti volumi di teologia e del rinnovamento cattolico cinquecen-
                tesco. L’unico libro che accennava al Nuovo Mondo non proveniva
                dalla stagione umanistica italiana, ma dalla Spagna: la «Histor[ia] de
                Spagna» di Juan de Mariana, che arrivava fino agli anni di Cristoforo
                Colombo .
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                   L’interesse scientifico per le piante esotiche rimane il tratto più ori-
                ginale tra i togati del Cinquecento napoletano cui abbiamo accennato
                finora; del resto, essi ci appaiono immersi nei saperi dell’Umanesimo.
                Nella seconda metà del secolo, però, ci fu anche un gruppo di civili più
                inclini alle correnti storiche moderne. Il dottore Giulio Cesare Torelli
                morì anche lui all’inizio del Seicento e appartenne probabilmente alla
                stessa generazione del Giordano e di De Ponte, ma la sua ricca biblio-
                teca offriva un panorama tutto diverso. Il latino, ancora molto pre-



                   18  A. Ciarallo, Le scienze botaniche a Napoli tra ‘500 e ‘700, in M. Bosse, A. Stoll
                (a cura di), Napoli Viceregno Spagnolo. Una capitale della cultura alle origini dell’Eu-
                ropa Moderna, Vivarium, Napoli, 2001, pp. 293-310.
                   19  Sull’opera giuridica del de Ponte: V. I. Comparato, Uffici e società a Napoli
                (1600-1647), Leo S. Olschki Editore, Firenze, pp. 261 sgg.
                   20  Asn Not. Francesco Antonio Gauditano (sch. 103), c. 26 v. Sui quadri dell’in-
                ventario  si  veda  G.  Labrot  Italian  inventories:  collections  of  paintings  in  Naples,
                1600-1780, Saur, Monaco di Baviera/Londra, pp. 49 sgg.
                   21  Asn Not. Francesco Antonio Gauditano (sch. 103), c. 27 v. Non sappiamo se
                la Storia di Mariana era nell’edizione latina o in quella spagnola.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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